Lo strano vizietto di Lapo ha contagiato anche te?

Quali sono i comportamenti che possono mettere a rischio la tua fortuna?

Se Lapo non fosse Lapo probabilmente saremmo indignati del suo comportamento.

Se il nostro vicino di casa tirasse di coca e frequentasse i trans avremmo qualche remora anche solo a salutarlo sul pianerottolo di casa.

Ma se a farlo è Lapo, allora le cose cambiano.

Lapo è Lapo amici: è un imprenditore originale e di successo, si veste con stile ed è ricco e famoso pur parlando un italiano tutto suo.

Lapo è Lapo: è geniale, è stravagante, probabilmente inconsapevolmente irriverente.

Lapo è Lapo: è soprattutto un’artista.

E ad un artista non chiedi di essere politically correct. Non gli chiedi toni pacati, comportamenti da chierichetto, equilibrio, capacità di amministrare il denaro.

Un artista non lo giudichi con il buon gusto o con la morale ma con l’emozione, con la parte irrazionale, perché deve essere sopra le righe (a volte anche le righe bianche).

Un artista deve essere eccessivo, esuberante, fuori dagli schemi e soprattutto DEVE PERMETTERSI QUELLO CHE NOI NON POSSIAMO PERMETTERCI.

Pensate ai grandi idoli del passato.

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Nel calcio c’era Maradona. Non gli è stato perdonato di tutto e di più? Eppure ne ha combinate a bizzeffe: ha fatto figli (legittimi ed illegittimi) ovunque, pippava coca senza regola, ha frodato il fisco per diversi miliardi di lire. Ma Maradona rimane un idolo: era solo un campione? No… era un artista della sua vita.

Elvis Presley: l’icona stessa del Rock’n Roll. Adorato, idolatrato, ma anche avversato dalla bigotta società americana dell’epoca. A Elvis dobbiamo tutto quello che di moderno la musica oggi ci offre.

Ma Elvis è stato anche un uomo complesso. Ha fatto abuso di stimolanti ed anfetamine che lo hanno portato al declino fisico dell’ultimo periodo. Visse momenti di depressione, vide un matrimonio naufragare. Passò una vita incredibile e morì alquanto giovane consumato dai suoi eccessi.

Tutto questo ha intaccato la sua unicità? No. Perché Elvis non era un semplice bravo cantante. Era un grande artista della sua vita.

Ok, Lapo non è Maradona e non è nemmeno Elvis. No, non lo è. Maradona ed Elvis sono partiti dal nulla ed hanno costruito il loro successo. Poi il loro stesso successo li ha consumati e si sono bruciati.

Lapo, invece, nel “successo” ci è nato. O meglio è nato in una famiglia dove era “obbligatorio il successo”. E non è facile portare un cognome pesante.

Si lo so cosa stai pensando: questa gente qui è ricca e privilegiata e ti fa rabbia vedere che butti la propria fortuna giù dal gabinetto.

Il fatto che Lapo non ne sappia nulla dei VERI problemi della vita che quotidianamente la gente normale affronta è un motivo sufficiente per non comprenderlo?

Il fatto che non sappia cosa significhi far quadrare i conti a fine mese, è un motivo sufficiente per non “perdonarlo”?

Però mettiti nei panni di Lapo. Immagina di dover per forza essere perfetto anche se non lo sei. Di non dover deludere nessuno anche se su di te ci sono mille aspettative. Di non poter sbagliare nulla perché la gente (tutta) è pronta a giudicarti.

Ecco perché dico che essere Lapo può essere un privilegio ma anche una condanna: e se ogni tanto al nostro Lapo scappa una strisciata bianca o alla “patata normale” preferisce la “patata americana con il butto” beh… io non lo giustifico.

Ci sono debolezze che possiamo anche “non approvare” ma, davvero, non me la sento di giudicare una persona la cui reale situazione non conosciamo fino in fondo. Non conosciamo la sua storia e nemmeno l’esatto ambiente in cui vive ogni giorno.

Ecco perché dico che possiamo dargli almeno la possibilità di soddisfare, a modo suo, gli appetiti più reconditi e pruriginosi che la natura umana sa creare magari stimolati (è il caso di dirlo) da un mondo Vip notevolmente lontano dal nostro vivere.

Ma veniamo a te. Anche tu sei come Lapo? No non mi fraintendere… non me ne frega nulla se tiri coca o vai a trans.

Sei libero di vivere la tua vita come credi.

Quello che voglio dire è: “anche tu, come Lapo, ti fai solleticare dagli istinti pruriginosi rischiando di buttare all’aria la tua fortuna “?

L’istinto pruriginoso, in questo caso, è farsi abbindolare dalle false promesse dell’affare del secolo quando si tratta della tua sicurezza.

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Quando qualche “assicuratore vecchia maniera”, magari in modo truffaldino, camuffa le carte e ti fa credere che oggi stai buttando via i soldi e che, grazie alla sua soluzione, farai il contratto della vita.

Ogni volta che pensi alla tua assicurazione, qualsiasi sia il contratto che devi fare o rinnovare, ci sarà sempre il furbacchione di turno che ti solleticherà proponendoti lo sconto mirabolante.

Ecco, ogni volta che ti capita, devi subito pensare che sotto c’è sicuramente la sorpresa. Proprio come il trans di Lapo…

E più è “complesso” il rischio della tua polizza più questa sorpresa sarà amara. Più sono importanti gli interessi che devi tutelare più la sorpresa sarà amara.

La tua attività, la tua reputazione, il tuo patrimonio e la serenità della tua famiglia sono minacciati continuamente dai famelici assicuratori che nascondono la sorpresa.

Si va dai rischi male identificati, a sottostime di fabbricati, a esclusioni di garanzia importanti e contratti poliennali capestro da cui è poi impossibile liberarsi. Oppure all’inadeguatezza delle proposte in relazione alla tua specifica situazione lavorativa, economica e patrimoniale.

Quante volte un assicuratore si è messo a tavolino con te e si è preso sul serio il tempo necessario per esaminare la tua personale situazione? Oppure il massimo del loro sforzo è stato: dammi la tua polizza che la copio e te la faccio pagare meno?

Ecco, vedi, ogni volta che ti lasci sedurre dall’opportunità dell’affare del secolo dei soliti “assicuratori vecchia maniera” devi sapere che, molto probabilmente, stai andando incontro a qualcosa di irreparabile per te e per le persone che fanno affidamento su di te.

E quello che rischierai, quindi, sarà ben più di uno sputtanamento a livello mondiale. E anche la tua fortuna, costruita in tanti anni di impegno e lavoro, andrà improvvisamente in fumo.

Ilie Rizzato

P.S.: se ti dovesse capitare di essere vittima di uno questi assicuratori “con sorpresa” quello che ti consiglio è di NON simulare un sequestro di persona… non è quello il modo per uscirne con dignità.

P.P.S.: potresti invece provare ad imparare a riconoscere per tempo le brutte sorprese iniziando da qui http://www.ilierizzatoinsurance.it/risorse-gratuite/

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Una tassa odiosa e le Compagnie ladre legalizzate

Boom di polizze contraffatte nell’ultimo periodo: siamo sicuri che i truffati siano sempre vittime e basta?

La polizza RC Auto, per il fatto di essere obbligatoria, è da molti percepita come una “tassa odiosa”.

E visto che devi PER FORZA fare un’assicurazione allora anche le Compagnie, complici i governi, sono delle organizzazioni criminali legalizzate.

Se non vi fosse una legge che obbligasse il proprietario dell’auto a stipulare una polizza assicurativa probabilmente gli “assicurati” in Italia sarebbero molto pochi.

L’italiano medio è uno dei più sottoassicurati d’Europa. La maggior parte delle persone che decidono di stipulare un’assicurazione non obbligatoria lo fa dopo aver subito un sinistro. Un’altra buona parte dopo che il sinistro è stato subito da qualcuno a loro vicino (un parente, un amico).

I danni imprevisti sono poco percepiti. E si crede sempre che le disgrazie capitino solo agli altri.

Per cui molti si limitano alle coperture obbligatorie e basta. E, comunque, quando pagano il premio lo fanno con lo sviscerale fastidio con il quale si paga il pizzo.

Qualche imprecazione, tanta rabbia ed il più delle volte la cosa si chiude lì.

Poi però, in alcune persone, s’insinua un velato pensiero. Una sorta di desiderio di riscatto e rivalsa. Quasi un’aspettativa di vendetta verso il SISTEMA.

In alcuni diventa un semplice desiderio occasionale. Come un peccato di gola durante una dieta.

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In altri molto più che una semplice debolezza, come una scappatella extra coniugale.

Ma in un gruppo di persone, e chi lo sa quanti, si scatena qualcosa che è molto di più. Un qualcosa che è dentro di loro, nella natura, celata magari per anni. Ma viva.

Una natura oscura, che si mostra ogni volta che si apre la possibilità di una scorciatoia. Ogni volta che può essere trovato un trucco, un mezzuccio per “crackare” un sistema che è cattivo e che quindi in fondo se lo merita.

Poco importa se facendolo, passano sopra le persone oneste. Poco importa se facendolo non fanno altro che essere peggio di un sistema che è “marcio” perché così lo definiscono loro per giustificare una oscura natura abbietta.

L’idea che le Compagnie fregano e quindi alla prima occasione cerco di fregarle io è un’idea non così poco comune.

Una volta si aveva l’amico carrozziere, il “CUGGINO” dell’infortunistica o chissà quale parente che, in qualche maniera, gonfiava un sinistro quando se ne presentava l’occasione.

Ma questa sono i piccoli peccatucci che di certo non hanno mai ammazzato nessuno.

No, io mi riferisco a quel gruppo di persone che ha alzato il tiro finendo vittime di un SISTEMA DELLA TRUFFA ben peggiore dei “ladri legalizzati” rappresentati dalle Compagnie assicurative.

Non sto dicendo che i truffati in realtà sono della stessa pasta dei truffatori.

Questo sarebbe ingeneroso e non veritiero, soprattutto per quelle tante persone, magari anziane, che in buona fede si sono fatte fregare.

ivass

Ma pochi giorni fa è l’IVASS, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni, ha pubblicato un interessante bollettino dove si segnalavano alcune polizza contraffatte emesse da “fantomatici” gruppi assicurativi.

Tre erano gli intermediari “on line” interessati dal provvedimento:

www.galloassicurazioni.com, www.assipuntodrive.com e www.brokeriamo.it

che spesso avevo trovato su Facebook pubblicizzare polizza RC auto super scontate. Ma guarda un po’.

Ecco le segnalazioni di polizze contraffatte del 2016.

– 14 gennaio 2016. E’ stato segnalato un caso di commercializzazione di polizza rc auto temporanea contraffatta intestata alla società BTA INSURANCE COMPANY SE con sede in Robert – Bosch – Straße 6 – 64807 Dieburg ( Germania), non autorizzata in Italia all’esercizio dell’attività assicurativa.

– 18 gennaio 2016. Sono state segnalate polizze fideiussorie contraffatte intestate a GABLE INSURANCE AG impresa assicurativa con sede legale in Liechtenstein.

– 19 gennaio 2016. Sono state segnalate polizze rc auto contraffatte intestate a HASICSKÁ VZÁJEMNÁ POJIšT’OVNA, A.S. società della Repubblica Ceca abilitata all’esercizio dell’attività assicurativa in Italia nel ramo rcauto limitatamente alla responsabilità civile del vettore. L’impresa, quindi, non è abilitata a rilasciare polizze per la responsabilità civile auto obbligatoria.

– 2 febbraio 2016. Sono stati segnalati in particolare nella zona di Napoli casi di commercializzazione di polizze r.c. auto contraffatte, intestate alla società T.U.I.R. WARTA S.A., impresa assicurativa con sede legale in Polonia che è abilitata ad operare in Italia nel ramo rc. auto, ma limitatamente alla responsabilità civile del vettore. L’impresa, quindi, non è abilitata a rilasciare polizze per la responsabilità civile auto obbligatoria.

– 12 febbraio 2016. Sono stati segnalati altri casi di commercializzazione di polizze fideiussorie contraffatte intestate a T.U.I.R. WARTA S.A.

– 21 marzo 2016. Sono stati segnalati, soprattutto nella regione Campania, casi di commercializzazione di polizze r.c. auto contraffatte di Great Lakes Reinsurance (UK) SE.

– 4 aprile 2016. L’’impresa di assicurazione inglese China Taiping Insurance (UK) Co. Ltd ha reso noto di aver riscontrato un numero di polizze fideiussorie contraffatte intestate a proprio nome.

– 23 maggio 2016. L’’impresa di assicurazione inglese Aig Europe Limited ha reso noto di aver riscontrato una polizza a copertura degli infortuni di un Istituto Scolastico Paritario nella Provincia di Napoli contraffatta intestata a proprio nome.

– 14 giugno 2016. L’l’impresa di assicurazione COLONNADE INSURANCE S.A. ha segnalato di aver riscontrato due proposte di polizze fideiussorie contraffatte a proprio nome.

– 8 agosto 2016. L’impresa di assicurazione Grazer Wechselseitige Versicherung Aktiengesellschaft ha reso noto di aver riscontrato alcune polizze vita contraffatte a proprio nome.

– 20 ottobre 2016. L’Autorità di vigilanza rumena (ASF) ha comunicato che sono stati riscontrati tre casi di commercializzazione in Italia di polizze fideiussorie contraffatte intestate a: COMPANIA DE ASIGURARI – REASIGURARI EXIM ROMANIA SA, impresa assicurativa con sede legale in Romania che, pur essendo abilitata ad operare in Italia in regime di libera prestazione di servizi, ha comunicato di aver sospeso la sottoscrizione di nuove polizze in Italia.

Se le polizze “taroccate” fossero state dell’Unipol, delle Generali o di AXA potrei anche pensare alla buona fede di chi le ha acquistate.

Ma se acquisti una polizza della Grazer Wechselseitige Versicherung Aktiengesellschaft oppure cerchi una fideiussione dalla COLONNADE INSURACE davvero vorresti fammi credere che sei stato “imbrogliato”?

Alla stessa stregua con cui puoi dirti imbrogliato se il nigeriano in spiaggia ti ha venduto una borsa di PRADA credendola originale.

Ricordati una cosa: un assicurato “corretto” difficilmente sarà “truffato”. Perché sa benissimo che le Compagnie assicurative (tutte) non sono delle ONLUS. Che le Compagnie Assicurative sono lì per guadagnare.

L’assicurato “corretto” paga e poi (giustamente) si aspetta un servizio. Se non è buono lo cambia. Come farebbe con qualsiasi altro servizio.

L’assicurato “corretto”, anche solo a naso, fiuta il truffatore lontano un chilometro. E capisce se chi ha di fronte è un imbroglione o un vero professionista.

L’assicurato “scorretto”, invece, cerca scorciatoie e attiva mezzucci per “gabbare il sistema”. Ma proprio per questo finisce vittima di chi è ancora peggio di lui. E quindi viene truffato.

Chi si fa abbindolare da qualche “facile” promessa assicurativa di polizza ultrascontata con “improbabili” compagnie straniere forse non è sempre semplicemente uno sprovveduto.

Sono più propenso a pensare che sia qualcuno che, se facesse l’assicuratore, non si farebbe scrupoli a proporre la polizza truffa di cui lui stesso è vittima.

Ilie Rizzato

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Sei curioso di sapere il segreto che si cela dietro lo schianto del modulo spaziale su Marte?

Scopri cosa si può celare dietro un’operazione andata male e perché tu non puoi permetterti nessun errore

Sabato sera ho avuto modo di parlare direttamente con gli ingegneri che hanno lavorato sul Lander Schiapparelli.

Esattamente, non è uno scherzo. Sto parlando proprio del modulo che aveva la missione di atterrare sul suolo di Marte quale prima operazione tutta europea di conquista dello spazio.

Questa storia ha davvero dell’incredibile, perché non capita tutti i giorni di poter vivere “da dentro” uno degli eventi mondiali di massima risonanza che potrebbe cambiare i destini dell’umanità negli anni a venire.

Uno degli ingegneri che ha lavorato nel progetto è un mio amico. Si è laureato in ingegneria aerospaziale a Padova (“solo” con 110 e lode, tanto per farti capire) ed oggi lavora a Torino in una delle aziende partner dell’ESA.

Il suo compito è stato quello di ideare e realizzare un termometro per la misurazione della temperatura marziana. Cosa non semplice da fare in totale assenza di atmosfera (non è che si può usare un termometro al mercurio)…

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Un suo collega ed amico, invece, è colui che ha calcolato la traiettoria dell’atterraggio. Una lunga curva di ingresso verso Marte di un apparecchio di 600 kg, fatto partire da un’altezza di 400 chilometri, portato al limite dell’atmosfera marziana posta a 120 km dalla superficie, con l’obiettivo, una volta preso velocità, di far accendere in tempo i retrorazzi e aprire il paracadute per posarsi leggero come una piuma sul suolo extraterrestre.

Un calcolo da nulla insomma.

Ti dicevo: lo scorso week end ero a Torino a trovare il mio amico. E sabato sera si è unito a noi anche l’altro suo collega ingegnere.

Ci siamo trovati in Piazza Castello, e mentre sulla facciata di Palazzo Reale venivano proiettate delle slide che celebravano la straordinarietà della prima missione spaziale che prelude alla colonizzazione di Marte, io me ne stavo con i due ingegneri protagonisti di questo incredibile evento preoccupati di trovare un posto dove mangiare.

Per la serie: i bisogni primari prima di tutto.

Non ti nego che a tavola mi sono sentito come Bruce Willis in Armageddon prima di partire per far saltare in aria l’asteroide. Loro parlavano di traiettorie, antenne che dovevano catturare i segnali e rispedirli alla torre di controllo sulla Terra, satelliti ExoMars, moduli per la raccolta di pietre marziane, reperti, razzi, capsule.

Qualcosa di straordinario per me che ho visto tutti i film e telefilm di fantascienza che esistono, compresi “Spazio 1999” e “Battlestar Galactica” (se te li ricordi sappi che sei proprio vecchio).

Una delle poche cose che sono riuscito a capire, però, è che se i calcoli della traiettoria fossero stati sbagliati anche solo di mezzo secondo, questo si sarebbe tradotto, in termini di distanza su Marte, in ben 5 km di differenza.

Cioè ci pensi? Se sbagli i tempi di accensione dei razzi di solo mezzo secondo, a quella velocità (21.000 km orari) significa sbagliare la “misura” dell’atterraggio di 5 chilometri in altezza.

Sappiamo bene che i nostri eroici supercervelloni i calcoli li hanno fatti più che giusti. E che se il modulo Schiaparelli si è schiantato al suolo è perché i retrorazzi si sono spenti dopo soli tre secondi che erano stati attivati dal computer di bordo.

Una sorta di inconveniente tecnico più che giustificabile visto che i sistemi hanno viaggiato per 56 milioni di chilometri nella galassia.

Il mio buon amico mi ha confidato che la stessa NASA ha una percentuale di successo del 50% nelle proprie missioni spaziali. L’ESA è solo alla prima prova. E comunque qualche dato è stato catturato lo stesso durante questi pochi istanti di “vita marziana” del lander.

Una bella storia non credi? Io ne sono rimasto affascinato. Ma questa storia del “50% di probabilità di successo” mi ha fatto riflettere.

Esatto, ho pensato a tutti i rischi che la tua attività imprenditoriale o professionale ti mette davanti ogni giorno. E soprattutto a come, un assicuratore, riesce a fornire una soluzione adeguata a questi problemi, consentendoti di concentrarti su altre cose del tuo business.

Perché il mio mestiere, anche se non a questo livello ingegneristico, è fatto di calcoli complicati, valutazioni difficili e soluzioni importanti che però devono funzionare al 100%. Non al 50% e nemmeno al 99%.

Anche se, lo so, non è raro che, in genere, esse funzionino si è no a metà. Perché gli assicuratori spesso sono superficiali almeno quanto lo sono certi assicurati.

Ma dimmi: se tu avessi un assicuratore che “porta a termine la sua missione” nel 50% dei casi ti sentiresti sicuro? Evidentemente no, perché non vorresti mai trovarti dalla parte di quel 50% di volte in cui le tue assicurazioni ti portano a schiantarti al suolo.

Ecco, questo è quello che succede quando ti affidi ad operatori “improvvisati”. Oppure ad assicuratori che non hanno abbastanza conoscenza del tuo settore, delle tue problematiche. Oppure non sono professionisti specializzati nella soluzione di problematiche assicurative ma “addetti al bancone” con l’ordine di fare qualche “pezzo” (leggi contratto) in più, per completare il budget.

Questo è quello che succede quando ti affidi ad assicuratori “vecchio stampo” che non hanno tempo da perdere nel capire la tua situazione lavorativa, familiare e patrimoniale.

Le loro missioni si schiantano probabilmente nel 50% dei casi. Ma la perdita economica la subisci tu.

Ogni giorno tu affronti un viaggio interstellare: ogni volta che apri il portone della tua azienda, che alzi la saracinesca del negozio, ogni volta che prendi in mano un fascicolo di un tuo cliente dello studio.

La tua vita è costellata di imprevisti che possono verificarsi con una frequenza ben più alta della caduta di un asteroide sulla terra.

Accidenti se è più alta.

Se leggi un qualsiasi quotidiano troverai ogni giorno notizie di danni o furti subiti da attività economiche (fabbriche, negozi) o ad abitazioni. Troverai notizie di tragici lutti ed incidenti di persone che lasciano sui propri cari il peso economico delle disgrazie. Troverai casi di errori od imputazioni a carico di categorie professionali che dovranno difendersi dalle pretese di clienti sempre più rabbiosi.

Oggi esistono tanti fornitori di polizze e pochi assicuratori. I fornitori di polizze ti hanno fatto cadere in una trappola il cui conto da pagare è solo tuo. Ti hanno fatto pensare che per essere un assicuratore basta fornire un contratto assicurativo e basta.

Questi sono quelli che progettano le missioni spaziali con la probabilità di uno schianto pari o superiore al 50%. O forse peggio.

Sei abituato ai click ed alle app. Sei abituato a curarti informandoti su internet credendo per questo di essere diventato medico.

Stiamo vivendo l’epoca della digitalizzazione a tutti i costi. Ed è un bene: io adoro la digitalizzazione. Gestisco due blog sui temi assicurativi, profili facebook, posto video divulgativi on line da molto tempo. Questa è la digitalizzazione buona: quella che ti dà informazioni e cultura assicurativa spesso e volentieri gratuita e di qualità.

Quella cattiva, invece, è quella che ti fa credere che il servizio assicurativo buono sia quello a poco prezzo senza consulente. Acquisti la “polizza” che ti serve e non “il servizio” che ti serve. Come fanno i fornitori di polizza.

Quella che ti fa credere che un professionista del servizio assicurativo sia qualcosa di superfluo. Ti basta un click: sia che si tratti di una sciocca polizza auto sia che si tratti di una complicata RC Professionale.

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Quella che ti suggerisce: “Fai da solo: risparmia sulla professionalità e compra senza rompiscatole tra i piedi che vogliono solo fregarti” (e questo purtroppo a volte è vero, bisogna ammetterlo!).

Poco importa se un solo sinistro può rovinare la tua vita per sempre. Che un contratto assicurativo può essere molto complicato da interpretare. Che spesso nemmeno gli stessi assicurati non conoscono a pieno le problematiche legate alla propria professione (come i rischi legati a particolari settori professionali, oppure l’incidenza di un eventuale danno sul conto economico aziendale).

Quando tratto con i medici, credi davvero che tutti siano consapevoli di come funziona la loro responsabilità civile e penale? E come funziona la gran parte dei contratti assicurativi? Te lo dico io: no. Altrimenti non ci dormirebbero la notte.

Ma senza scomodare i medici ti faccio un esempio banale che fa persino ridere ma che riguarda tutte le famiglie dall’operaio al super manager alla Marchionne: se il tuo gatto attraversa la strada e fa cadere due persone in motorino ammazzandole dovrai risarcire agli eredi probabilmente almeno un milione di euro.

Bene, lo sai che se la tua polizza del capofamiglia ti copre solo fino ad Euro 250 mila o 500 mila il resto lo devi mettere con il tuo patrimonio personale? Magari rischiandoci la casa.

E stiamo parlando di una polizza da prima elementare a livello assicurativo. Non di malpractice medica. Non di rischi industriali. Non di Loss Profit o Product Liability.

Una semplice RC del capofamiglia che ormai te la vendono dappertutto.

E se penso che molte persone (soprattutto professionisti) si affidano a piattaforme di broker on line (o miste on line/off line) per assicurare la loro professione mi fa venire la pelle d’oca.

Cosa penserebbe il tuo cliente se tu commercialista, avvocato, architetto o (peggio) medico avessi stipulato la tua polizza assicurativa attraverso le solite pseudo convenzioni brokerizzate nel mercato internazionale da cui difficilmente caverai mai un ragno dal buco? Anche solo per farti assistere durante un processo penale/civile?

E se tu fossi il cliente, cosa penseresti del tuo professionista che si assicura in quel modo? O dell’azienda presso cui acquisti i prodotti che non ha adeguata copertura assicurativa?

Vedi, nello schianto del Lander Schiapparelli sono andate distrutte preziose strumentazioni. Nello schianto della tua vita contro un imprevisto andrebbe distrutto tutto ciò che hai costruito, con conseguenze economiche catastrofiche su tutto quanto ti sta intorno, famiglia compresa.

Il segreto che sta dietro la missione di Marte è che, finché non ci sono vite umane in ballo, esiste sempre una seconda chance. Una terza, una quarta chance. E così via.

Ma quando in gioco ci sono le vite delle persone (ed il loro patrimonio presente e futuro), allora una seconda chance non è concedibile.

Ed è a quel punto che vorresti che tutto ciò che hai di più caro non finisca in mano ad un assicuratore che ha una percentuale di schianto del 50%.

Quindi, se vuoi che il tuo modulo non si schianti su Marte e nemmeno contro qualsiasi altra cosa che può mettersi tra te e la tua serenità, allora ti consiglio di iniziare da qui:

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Stay tuned

Ilie Rizzato

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Il ‘musso’ e l’amico allo sportello

Gli scandali di alcune Banche e le centinai di truffati offrono alcuni spunti di riflessione sulla raccolta del risparmio. 

Odio dire ad una persona “te l’avevo detto”. E probabilmente la persona a cui lo dico odia sentirselo dire. Ma il mio mestiere è “mettere in guardia” e quando si tratta di Banche e Poste Italiane il gioco mi viene facile. Così da quando è scoppiato il caso “Banca Etruria” sono sicuro che l’amico allo sportello bancario in questo periodo ti sarà sembrato molto probabilmente meno “amico”. Se non altro perché nell’ultimo periodo si sarà dovuto subire una tempesta di chiamate o visite allo sportello di risparmiatori ottuagenari che gli chiedevano se le “OBBBBLIGAZIONI” da lui vendute fossero “SICURE”. Rendendogli le mattinate alquanto pesanti (e ci credo!) e la voglia di fare il simpatico scesa probabilmente sotto i tacchi.

“Certamente la nostra Banca è DIFFERENTE” vi sareste sentite rispondere… e mentre lo diceva si grattava il naso, girava lo sguardo nell’angolo in alto a destra, si schiariva la gola e vi liquidava in fretta perché qualcuno dall’altra parte dell’ufficio lo aveva chiamato (anche se voi non avete sentito).

NON CHIEDERE MAI ALL’OSTE SE HA IL VINO BUONO. La regola è sempre la stessa. Non vi fidate del salumiere che vi vuole appioppare il salame che non gli va più via però affidate i risparmi di una vita all’impiegato il cui stipendio dipende dal fatto che lui segua obbediente le direttive della sua Banca… Se credete che il CONFLITTO D’INTERESSI riguardi solo Silvio Berlusconi o la Ministra Boschi allora ho una notizia per voi: NON E’ VERO. In Veneto esiste un detto: “tacare el musso dove che voe el paron”. Per chi chiama da fuori Padova traduco: “attaccare l’asino dove vuole il padrone”… ciò l’impiegato, bravo, preparato, magari pure laureato e persona onestissima, deve fare ciò che gli viene ordinato. bancatruffatiE se la Banca gli dice “vendi il nostro debito” lui venderà il “debito della Banca” cioè le obbligazioni. E vi dirà che il rendimento al 7% con uno strumento così sicuro non esiste altrove… Ed è vero. NON ESISTE. Da nessuna parte. E se voi ci cascate significa che il “musso da tacare” (l’asino da attaccare) siete voi.

La banca ha tutto l’interesse a raccogliere il proprio risparmio e a vendervi le sue OBBBBLIGAZIONI del piffero e farà di tutto per farlo spacciandole per ORO COLATO. E’ molto probabile che non gliene freghi una cippa del vostro profilo di rischio. O che vuoi preferiate una gestione separata o dei BOT allo 0.001% di rendimento. Sa solo che quando si tratta di risparmio ci sono frotte di “ingenui clienti” che non aspettano altro che l’affare della vita. E’ per questo che qualche Banca, poi, si è spinta ben oltre il ruolo di SIMPATICA CANAGLIA entrando a piè pari nel mondo della TRUFFA. E lo ha fatto grazie al povero impiegato stipendiato (e dal posto di lavoro sempre più in bilico – e per questo gli vogliamo bene e lo perdoniamo) che ha avuto l’ordine preciso e tassativo di vendervi quella cacca! Il loro conflitto d’interessi è direttamente proporzionale al buco nel bilancio.

Per cui date meno retta ai (falsi) amici ed affidatevi di più ad un professionista che sappia darvi tutte le informazioni necessarie. I professionisti si guadagnano da vivere sulla soddisfazione del cliente. Non significa che sono infallibili ma significa che non sono in CONFLITTO D’INTERESSI. Che di questi tempi non è poco.

 

Ilie Rizzato

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