Sei curioso di sapere il segreto che si cela dietro lo schianto del modulo spaziale su Marte?

Scopri cosa si può celare dietro un’operazione andata male e perché tu non puoi permetterti nessun errore

Sabato sera ho avuto modo di parlare direttamente con gli ingegneri che hanno lavorato sul Lander Schiapparelli.

Esattamente, non è uno scherzo. Sto parlando proprio del modulo che aveva la missione di atterrare sul suolo di Marte quale prima operazione tutta europea di conquista dello spazio.

Questa storia ha davvero dell’incredibile, perché non capita tutti i giorni di poter vivere “da dentro” uno degli eventi mondiali di massima risonanza che potrebbe cambiare i destini dell’umanità negli anni a venire.

Uno degli ingegneri che ha lavorato nel progetto è un mio amico. Si è laureato in ingegneria aerospaziale a Padova (“solo” con 110 e lode, tanto per farti capire) ed oggi lavora a Torino in una delle aziende partner dell’ESA.

Il suo compito è stato quello di ideare e realizzare un termometro per la misurazione della temperatura marziana. Cosa non semplice da fare in totale assenza di atmosfera (non è che si può usare un termometro al mercurio)…

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Un suo collega ed amico, invece, è colui che ha calcolato la traiettoria dell’atterraggio. Una lunga curva di ingresso verso Marte di un apparecchio di 600 kg, fatto partire da un’altezza di 400 chilometri, portato al limite dell’atmosfera marziana posta a 120 km dalla superficie, con l’obiettivo, una volta preso velocità, di far accendere in tempo i retrorazzi e aprire il paracadute per posarsi leggero come una piuma sul suolo extraterrestre.

Un calcolo da nulla insomma.

Ti dicevo: lo scorso week end ero a Torino a trovare il mio amico. E sabato sera si è unito a noi anche l’altro suo collega ingegnere.

Ci siamo trovati in Piazza Castello, e mentre sulla facciata di Palazzo Reale venivano proiettate delle slide che celebravano la straordinarietà della prima missione spaziale che prelude alla colonizzazione di Marte, io me ne stavo con i due ingegneri protagonisti di questo incredibile evento preoccupati di trovare un posto dove mangiare.

Per la serie: i bisogni primari prima di tutto.

Non ti nego che a tavola mi sono sentito come Bruce Willis in Armageddon prima di partire per far saltare in aria l’asteroide. Loro parlavano di traiettorie, antenne che dovevano catturare i segnali e rispedirli alla torre di controllo sulla Terra, satelliti ExoMars, moduli per la raccolta di pietre marziane, reperti, razzi, capsule.

Qualcosa di straordinario per me che ho visto tutti i film e telefilm di fantascienza che esistono, compresi “Spazio 1999” e “Battlestar Galactica” (se te li ricordi sappi che sei proprio vecchio).

Una delle poche cose che sono riuscito a capire, però, è che se i calcoli della traiettoria fossero stati sbagliati anche solo di mezzo secondo, questo si sarebbe tradotto, in termini di distanza su Marte, in ben 5 km di differenza.

Cioè ci pensi? Se sbagli i tempi di accensione dei razzi di solo mezzo secondo, a quella velocità (21.000 km orari) significa sbagliare la “misura” dell’atterraggio di 5 chilometri in altezza.

Sappiamo bene che i nostri eroici supercervelloni i calcoli li hanno fatti più che giusti. E che se il modulo Schiaparelli si è schiantato al suolo è perché i retrorazzi si sono spenti dopo soli tre secondi che erano stati attivati dal computer di bordo.

Una sorta di inconveniente tecnico più che giustificabile visto che i sistemi hanno viaggiato per 56 milioni di chilometri nella galassia.

Il mio buon amico mi ha confidato che la stessa NASA ha una percentuale di successo del 50% nelle proprie missioni spaziali. L’ESA è solo alla prima prova. E comunque qualche dato è stato catturato lo stesso durante questi pochi istanti di “vita marziana” del lander.

Una bella storia non credi? Io ne sono rimasto affascinato. Ma questa storia del “50% di probabilità di successo” mi ha fatto riflettere.

Esatto, ho pensato a tutti i rischi che la tua attività imprenditoriale o professionale ti mette davanti ogni giorno. E soprattutto a come, un assicuratore, riesce a fornire una soluzione adeguata a questi problemi, consentendoti di concentrarti su altre cose del tuo business.

Perché il mio mestiere, anche se non a questo livello ingegneristico, è fatto di calcoli complicati, valutazioni difficili e soluzioni importanti che però devono funzionare al 100%. Non al 50% e nemmeno al 99%.

Anche se, lo so, non è raro che, in genere, esse funzionino si è no a metà. Perché gli assicuratori spesso sono superficiali almeno quanto lo sono certi assicurati.

Ma dimmi: se tu avessi un assicuratore che “porta a termine la sua missione” nel 50% dei casi ti sentiresti sicuro? Evidentemente no, perché non vorresti mai trovarti dalla parte di quel 50% di volte in cui le tue assicurazioni ti portano a schiantarti al suolo.

Ecco, questo è quello che succede quando ti affidi ad operatori “improvvisati”. Oppure ad assicuratori che non hanno abbastanza conoscenza del tuo settore, delle tue problematiche. Oppure non sono professionisti specializzati nella soluzione di problematiche assicurative ma “addetti al bancone” con l’ordine di fare qualche “pezzo” (leggi contratto) in più, per completare il budget.

Questo è quello che succede quando ti affidi ad assicuratori “vecchio stampo” che non hanno tempo da perdere nel capire la tua situazione lavorativa, familiare e patrimoniale.

Le loro missioni si schiantano probabilmente nel 50% dei casi. Ma la perdita economica la subisci tu.

Ogni giorno tu affronti un viaggio interstellare: ogni volta che apri il portone della tua azienda, che alzi la saracinesca del negozio, ogni volta che prendi in mano un fascicolo di un tuo cliente dello studio.

La tua vita è costellata di imprevisti che possono verificarsi con una frequenza ben più alta della caduta di un asteroide sulla terra.

Accidenti se è più alta.

Se leggi un qualsiasi quotidiano troverai ogni giorno notizie di danni o furti subiti da attività economiche (fabbriche, negozi) o ad abitazioni. Troverai notizie di tragici lutti ed incidenti di persone che lasciano sui propri cari il peso economico delle disgrazie. Troverai casi di errori od imputazioni a carico di categorie professionali che dovranno difendersi dalle pretese di clienti sempre più rabbiosi.

Oggi esistono tanti fornitori di polizze e pochi assicuratori. I fornitori di polizze ti hanno fatto cadere in una trappola il cui conto da pagare è solo tuo. Ti hanno fatto pensare che per essere un assicuratore basta fornire un contratto assicurativo e basta.

Questi sono quelli che progettano le missioni spaziali con la probabilità di uno schianto pari o superiore al 50%. O forse peggio.

Sei abituato ai click ed alle app. Sei abituato a curarti informandoti su internet credendo per questo di essere diventato medico.

Stiamo vivendo l’epoca della digitalizzazione a tutti i costi. Ed è un bene: io adoro la digitalizzazione. Gestisco due blog sui temi assicurativi, profili facebook, posto video divulgativi on line da molto tempo. Questa è la digitalizzazione buona: quella che ti dà informazioni e cultura assicurativa spesso e volentieri gratuita e di qualità.

Quella cattiva, invece, è quella che ti fa credere che il servizio assicurativo buono sia quello a poco prezzo senza consulente. Acquisti la “polizza” che ti serve e non “il servizio” che ti serve. Come fanno i fornitori di polizza.

Quella che ti fa credere che un professionista del servizio assicurativo sia qualcosa di superfluo. Ti basta un click: sia che si tratti di una sciocca polizza auto sia che si tratti di una complicata RC Professionale.

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Quella che ti suggerisce: “Fai da solo: risparmia sulla professionalità e compra senza rompiscatole tra i piedi che vogliono solo fregarti” (e questo purtroppo a volte è vero, bisogna ammetterlo!).

Poco importa se un solo sinistro può rovinare la tua vita per sempre. Che un contratto assicurativo può essere molto complicato da interpretare. Che spesso nemmeno gli stessi assicurati non conoscono a pieno le problematiche legate alla propria professione (come i rischi legati a particolari settori professionali, oppure l’incidenza di un eventuale danno sul conto economico aziendale).

Quando tratto con i medici, credi davvero che tutti siano consapevoli di come funziona la loro responsabilità civile e penale? E come funziona la gran parte dei contratti assicurativi? Te lo dico io: no. Altrimenti non ci dormirebbero la notte.

Ma senza scomodare i medici ti faccio un esempio banale che fa persino ridere ma che riguarda tutte le famiglie dall’operaio al super manager alla Marchionne: se il tuo gatto attraversa la strada e fa cadere due persone in motorino ammazzandole dovrai risarcire agli eredi probabilmente almeno un milione di euro.

Bene, lo sai che se la tua polizza del capofamiglia ti copre solo fino ad Euro 250 mila o 500 mila il resto lo devi mettere con il tuo patrimonio personale? Magari rischiandoci la casa.

E stiamo parlando di una polizza da prima elementare a livello assicurativo. Non di malpractice medica. Non di rischi industriali. Non di Loss Profit o Product Liability.

Una semplice RC del capofamiglia che ormai te la vendono dappertutto.

E se penso che molte persone (soprattutto professionisti) si affidano a piattaforme di broker on line (o miste on line/off line) per assicurare la loro professione mi fa venire la pelle d’oca.

Cosa penserebbe il tuo cliente se tu commercialista, avvocato, architetto o (peggio) medico avessi stipulato la tua polizza assicurativa attraverso le solite pseudo convenzioni brokerizzate nel mercato internazionale da cui difficilmente caverai mai un ragno dal buco? Anche solo per farti assistere durante un processo penale/civile?

E se tu fossi il cliente, cosa penseresti del tuo professionista che si assicura in quel modo? O dell’azienda presso cui acquisti i prodotti che non ha adeguata copertura assicurativa?

Vedi, nello schianto del Lander Schiapparelli sono andate distrutte preziose strumentazioni. Nello schianto della tua vita contro un imprevisto andrebbe distrutto tutto ciò che hai costruito, con conseguenze economiche catastrofiche su tutto quanto ti sta intorno, famiglia compresa.

Il segreto che sta dietro la missione di Marte è che, finché non ci sono vite umane in ballo, esiste sempre una seconda chance. Una terza, una quarta chance. E così via.

Ma quando in gioco ci sono le vite delle persone (ed il loro patrimonio presente e futuro), allora una seconda chance non è concedibile.

Ed è a quel punto che vorresti che tutto ciò che hai di più caro non finisca in mano ad un assicuratore che ha una percentuale di schianto del 50%.

Quindi, se vuoi che il tuo modulo non si schianti su Marte e nemmeno contro qualsiasi altra cosa che può mettersi tra te e la tua serenità, allora ti consiglio di iniziare da qui:

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Stay tuned

Ilie Rizzato

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RC professionale medica: quando in pericolo è il dottore e non il paziente

Il diabolico trabocchetto delle polizze di rc professionale medica “colpa grave” per i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale.

Se c’è un settore che assicurativamente parlando è una polveriera zeppa di problematiche gravi e non risolte è sicuramente quello sanitario. Le varie riforme, non ultima quella promossa dal Decreto Balduzzi, hanno cercato di mettere un po’ di ordine nell’intricato groviglio normativo che incrocia la responsabilità della Ente Ospedaliero e quella del medico.

Ma essendo noi in Italia, le cose semplici non riusciamo a farle. E comunque, se leggi questo articolo, probabilmente hai ben presente nell’ambiente ospedaliero quante e quali storie di medici citati in giudizio, richieste di risarcimento e noie processuali esistano.

Ergo, se sei preoccupato di quello che può succederti, fai bene.

In fondo, cercare di far cassa e tirare in ballo dal Direttore Generale al portantino che ha spinto la barella è prassi all’ordine del giorno in ospedale.

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E come in tutti i Far West, regna il caos più assoluto. Non di meno dal punto di vista assicurativo. L’Ente ospedaliero è diventato il selvaggio fronte West delle coperture professionali, dove la fanno da padrone ciarlatani imbonitori pronti a vederti il proprio intruglio fatto di urina e whisky come fosse l’elisir di lunga vita.

A cosa mi riferisco? Se sei un medico dipendente di struttura pubblica avrai sicuramente già dovuto affrontare il problema della responsabilità civile professionale e della relativa copertura assicurativa. La bacheca della sala mensa sarà piena di fogli e volantini che propone convenzioni assicurative con i più grossi intermediari assicurativi mondiali.

E anche se tu non sei una centrale termonucleare, è stuzzicante l’idea di sottoscrivere una copertura assicurativa vitale per la tua attività professionale al prezzo della polizza RCA dello scooter con il quale vai al lavoro. Sfruttare il mercato internazionale delle assicurazioni ci fa sentire sicuramente come una persona importante, dall’ineguagliabile fiuto per i grandi affari.

Tutto straordinariamente affascinante, dunque.  Se non che continuo a non riuscire a capire cosa spinga un professionista solitamente attento come un medico, a stipulare l’assicurazione più importante della propria attività compilando un modulino on line o cartaceo… spedirlo via fax a qualcuno che non si è nemmeno mai visto e pensare di aver fatto l’affare della vita.

[Se vuoi sapere cosa penso di questo tipo di soluzioni dal punto di vista “pratico”, leggi il mio articolo: “Anche tu commetti questi errori quando stipuli una polizza professionale?“]

Attenzione: non è sempre colpa tua. Anzi. E non è colpa tua se le ASL fanno sempre più fatica ad assicurarsi per la Responsabilità Civile. Se tanti intermediari si buttano a capofitto tra dottori e dottorini (nel senso di giovani dottori) per fare “pesca a strascico” di polizze RC Professionali di dubbia qualità.

E non è colpa tua se le tradizionali Compagnie assicurative SCAPPANO letteralmente dal rischio sanitario.

Ecco, se la tua attuale situazione è questa… o peggio, se l’unico scenario che ti si presenta davanti è questo… allora spalanca bene gli occhi e leggi quello che ti sto per dire.

C’è una cosa che devi aver ben chiara per se sei un medico dipendente della struttura pubblica.

Ti hanno sempre raccontato (perché è vero) che la responsabilità civile ti è imputabile solo per errori commessi con “colpa grave”, in quanto la “colpa lieve” viene coperta dall’Ente come stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale.

Né io né te abbiamo abbastanza tempo per approfondire meglio cosa si intende per “colpa grave”. Perciò diamo per scontato che sappiamo di cosa stiamo parlando.

E sulla base di questo “postulato” giustamente ti hanno sempre detto che ti devi assicurare per la Responsabilità Civile Professionale esclusivamente per gli errori commessi con colpa grave.

Allora prima di tutto vediamo meglio qual è il procedimento in caso di richiesta danni nei confronti di un medico dipendente di struttura pubblica. Cercherò di essere il “meno tecnico” possibile. Tieni presente che la materia è parecchio complicata ed io vorrei semplificare la spiegazione per non “buttare troppa carne al fuoco”.

Dunque, se ricevi una richiesta danni da un paziente (o dai suoi eredi)  non sarai tenuto a pagare. Il pagamento dei danni, al termine dell’eventuale iter processuale, sarà in capo all’Ente ospedaliero (che avrà – è auspicabile – una propria copertura assicurativa).

Se però, l’Ente fosse chiamato a pagare in virtù di un errore accertato da parte tua, può segnalare (ed in alcuni casi deve) alla Corte dei Conti Regionale l’avvenuto pagamento al terzo per fatto imputabile ad un tuo comportamento.

Qui si decide molto: la Corte dei Conti ti invita a dedurre. Raccolte le deduzioni può decidere di archiviare, e tutto va a tarallucci e vino. Oppure puoi essere avviato al procedimento davanti al magistrato.

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Nel secondo caso sarà il magistrato che dovrà valutare o meno se siamo in presenza di “colpa grave”. In caso di condanna, dovrai rispondere per il danno erariale cagionato. Significa che dovrai risarcire (o con il TUO patrimonio o attraverso la copertura di rc professionale) la Pubblica amministrazione per le somme da questa pagate. Solitamente si tratta o della parte di “franchigia” dell’assicurazione di RC dell’Ente (attenzione, queste franchigie arrivano anche al milione di euro),oppure per l’intero importo (in caso di inoperatività o mancanza della copertura stessa).

Una bella botta. Non c’è che dire… dopo un procedimento che tra processo penale e processo amministrativo, può durare anche un decennio.

Bene, ma a livello di assicurazione come siamo messi?

In questo caso il diavolo sta nei dettagli.

Perché la maggior parte di quelle belle proposte di cui è tappezzata la bacheca della mensa, oppure ciò che troverai in internet da “broker” specializzati, ha un difetto che potrebbe compromettere la tua vita per sempre. Peggio della peggior disgrazia.

Vediamo questo estratto di nota informativa di una polizza molto famosa.

Testo polizza

In questo “oggetto di assicurazione” di dice chiaramente che gli Assicuratori “si obbligano a tenere indenne l’Assicurato di ogni somma che questi sia tenuto a pagare all’Erario a seguito di sentenza definitiva pronunciata dalla Corte dei Conti con accertamento della colpa grave dell’Assicurato”.

Cosa significa: che la copertura vale per i danni erariali accertati dalla Corte dei Conti.

Andiamo avanti e leggiamo qui:

Testo polizza 2

Qui si specifica meglio che il sinistro sarà aperto quando “l’Assicurato abbia ricevuto in forma scritta l’invito a dedurre o la citazione in giudizio da parte della Corte dei Conti”.

A maggior chiarimento viene ribadito con forza: “l’eventuale inchiesta o procedura giudiziale (civile o penale) promosse contro l’Assicurato NON sono considerate Eventi Dannosi e l’Assicurato non ha l’obbligo di denunciarne l’esistenza agli Assicuratori”.

Ve la traduco io: il sinistro sarà aperto non quando ricevi la richiesta danni del paziente (o degli eredi) ma quando la Corte dei Conti, magari dopo dieci anni dal fatto, agirà nei tuoi confronti.

Cosa comporta questo? Prendiamo un esempio.

Mettiamo il caso che domani mattina un’operazione vada male ed un paziente muoia. Dopo qualche settimana contro l’Ente, e contro di te che sei il medico, sarà promossa un’azione di richiesta danni da parte degli eredi e, se ne ricorreranno i presupposti, si avvierà un procedimento penale (con costituzione delle parti civili).

Ovviamente tu la prima cosa che farai sarà comunicare al tuo assicuratore l’evento, per l’apertura del sinistro.

Peccato che, come hai letto più sopra, questa richiesta danni NON comporta l’apertura del sinistro. L’assicuratore ti dirà: “mi spiace dottore, ci risentiamo tra dieci anni, se ci sarà necessità pagheremo… dobbiamo aspettare che si muova la Corte dei Conti”.

DOMANDA: Come “ci sto” nel processo penale a mio carico se non ho il supporto dell’assicurazione?

RISPOSTA: Se non ci sono “conflitti di interesse” tra te e l’Ente Ospedaliero, sarà l’Ente a sobbarcarsi le spese legali anche per la tua difesa. Diversamente, nel processo, ci stai da solo con i soldi tuoi se vuoi…

Bene, qui si aprono due scenari:

IPOTESI 1 (la fantasiosa) – Alla fine del procedimento (tra dieci anni) hai ancora la stessa assicurazione, con lo stesso assicuratore, che nel frattempo ha tenuto in piedi la stessa polizza, con le stesse caratteristiche, e magari con la stessa convenzione e la stessa Compagnia. Dopo dieci anni e dopo la sentenza del Tribunale Penale l’Ente Ospedaliero ha dovuto pagare il danneggiato (o i suoi eredi) e segnala il tutto alla Corte dei Conti che ti chiede di dedurre. Perfetto: tu denunci il sinistro, la Compagnia lo apre e paga. E vissero tutti felici e contenti.

IPOTESI 2 (la realtà) – La convenzione assicurativa con la quale ti eri assicurato con la formula di cui sopra viene chiusa. Il Broker muore, la Compagnia vi manda disdetta oppure viene comprata da un’altra Compagnia che decide di non assicurare più i medici (come spesso accade di questi tempi). E quindi recede dal contratto in maniera unilaterale (può farlo ad ogni ricorrenza annuale).

A quel punto cosa fai? Cerchi un altro assicuratore.

PECCATO che tu, nel “Questionario precontrattuale” debba dichiarare (pena la perdita di ogni diritto) che esiste a tuo carico un procedimento penale che potrebbe portare, una volta concluso, al pagamento di parecchie migliaia di euro se la Corte dei Conti lo riterrà.

DOMANDA: Quanti assicuratori troverò disposti ad assicurarmi con la quasi certezza di dover pagare un sinistro da qualche centinaia di migliaia di euro?

RISPOSTA ovvia: nessuno!

Aggiungo: a pensar male si fa peccato… ma secondo te, una Compagnia Assicurativa che può esercitare il recesso del contratto ad ogni ricorrenza annuale, cosa pensi che farà nel momento in cui verrà a conoscenza che sei stato raggiunto da un procedimento penale che può comportare un risarcimento?

Ok… hai capito!

Sei fregato per la vita. Perché se verrai condannato e sarai senza assicurazione (perché nessuno ti vuole più) devi pagare con i tuoi soldi.

Ti è passata la voglia di mangiare vero? E ci credo.

Io credo che gli effetti di queste coperture “fuffa” le vedremo tra qualche anno.

MA ALLORA, TI CHIEDERAI, QUALE SOLUZIONE POSSO ADOTTARE?

Di certo non una soluzione da Euro 300 all’anno.

Mi spiace caro Doc, ma se costa così poco hai capito il perché. E non dirmi che non ci avevi pensato.

Purtroppo non c’è molta scelta: tutte le formulazioni che assicurano “LA COLPA GRAVE” sono identiche. E propongono questa “Spada di Damocle” che penderà sulla tua testa vita natural durante.

L’alternativa è avere una copertura di RC professionale, che consideri “sinistro” il momento in cui ricevi la “prima” richiesta danni. Quella del paziente o dei suoi eredi. E non, dopo dieci anni, l’azione promossa della Corte dei Conti. Ma non ne esistono.

Quello, infatti, è un “rischio pieno“. E, ripeto, non ha il costo “discount” a cui molti sono abituati.

Senza contare che trovare Compagnie che assicurino l’RC medica non è facile. Per questo, solitamente, la materia è trattata dai Broker. Ma alla maniera dei Broker… [Leggi qui cosa penso dei Broker].

Ad ogni modo non tutto è perduto. Perché nel mercato “tradizionale” qualcosa si può ancora trovare. O, perlomeno, puoi muoverti avendo chiaro qual è la reale prospettiva assicurativa.

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Stay tuned.

Ilie Rizzato

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