Vuoi davvero contare qualcosa per la tua Assicurazione?

Ecco le tre cose da sapere per diventare davvero un cliente importante per la tua Assicurazione. Ignorane anche solo una e correrai seri rischi.

Sapete che sono un campione nel dirvi le cose che non vi fanno piacere. Una forma di sadismo scrittorio che applico come se non ci fosse un domani.

Bene, allora la domanda volutamente provocatoria che voglio fare è questa: quando devi valutare a che assicuratore affidarti, come ti comporti? Ragioni con la mentalità giusta oppure segui la filosofia dei comparatori come un segugio (.it)?

Tradotto: usi la mentalità di chi guarda al medio e lungo periodo o ti muovi alla ca**o di cane?

Eh si, perché prendere ogni singola polizza del proprio pacchetto e farla quotare da vari assicuratori nella speranza di spuntare il “miglior prezzo” sul mercato significa proprio ragionare come un cane, sempre inteso come comparatore.

Questa mentalità è accentuata dalle martellanti campagne di marketing, solitamente legate alle polizze più semplici da gestire, che sono quelle RC auto.

Senza indugio fai il segugio?

Senza indugio fai il segugio?

Le vedete anche voi le pubblicità in TV. C’è il Segugio, c’è il Facile, ce ne sono di vario tipo. E l’unico elemento sul quale puntano è il prezzo. “Noi ti facciamo risparmiare”, “noi ti facciamo pagare di meno”. “Manda a quel paese il tuo attuale assicuratore e prendi la polizza da noi con un click”.

“Compara più di 100 compagnie e sceglie quella che ti fa meno”. Come se le Compagnie fossero indistinte. Avere una polizza Generali o Unipol non è la stessa cosa di avere Amissima Assicurazioni. E a sua volta averla con Admiral, RSA o Quixa.

Nell’RC auto magari risulta facile ragionare così perché la componente “consulenziale” è sicuramente ridotta rispetto ad una multi rischi. O a polizze vita, infortuni e malattia. O, peggio, a polizze legate ad attività d’impresa. E quindi è chiaro: se ragioni da privato, nella tua mente la possibilità di risparmiare magari certe cifre è allettante, soprattutto se con un click puoi comparare tante offerte.

Solo che questo modo di pensare, che già è pericoloso nell’RC auto, se estremizzato e portato su tutto ciò che riguarda le polizze può portare a dei disastri (Vedi anche “La sindrome dell’odiosa RC Auto può uccidere la tua impresa“)

Se tu prendi le tue polizze singolarmente ad una ad una e le fai “preventivare” da tanti assicuratori ad una ad una, non è detto, alla fine, che tu abbia la soluzione totale migliore. Nel complesso intendo.

Anzi, se leggerai fino in fondo questo articolo, scoprirai che è vero il contrario

Fare il “comparatore fai da te” è contro il tuo interesse se segui la logica che ti inculca la TV.

Semplicemente perché al Segugio o a chi per lui non frega niente della tua vita e quindi della protezione che necessita. Al Segugio interessa che tu clicchi su quel cavolo di preventivo di Teledrin Insurance per guadagnare quei 10 euro di provvigione. Che moltiplicati per qualche centinaia di migliaia di click rendono l’operazione a lui economicamente interessante.

Ma questa “mentalità” con te è pericolosa. Peggio se tu sei un imprenditore e trasli questo modo di fare nella tua azienda. Oppure nella tua professione, se sei un professionista. E l’ho visto fare molte volte. Per questo te lo sto dicendo.

Non fraintendere. Voglio forse dire che non devi mai cambiare assicuratore e che devi stare dove stai e affidare tutto al primo incapace che trovi? Ovvio che no!

Voglio dire che se trovi l’offerta del secolo non ne devi approfittare? Ovvio che no.

Unipol Tower

Unipol Tower

Quello che ti voglio dire, invece, è che nell’ambito di un ragionamento professionale, dovresti SELEZIONARE con cura a chi affidarti. Insomma, perché un ristorante lo scegli guardando le recensioni di TripAdvisor, un medico guardando al suo curriculum ed al suo prestigio ed un assicuratore perché te lo consiglia “TUO CUGGINO”? Oppure perché “TI FA MENO”.

Studia bene la sua storia, le sue capacità e solo dopo comportarti come ti dirò da qui in avanti.

Se non farai così, alla fine della giostra, ci rimetti su molti fronti.

Se tu non dai al consulente l’intero quadro assicurativo dell’impresa (o dell’attività o della famiglia) il consulente non può farti una vera consulenza.

Attenzione: non ti ho detto che devi dargli tutte le polizze subito. Ti ho detto che devi dargli tutto il quadro assicurativo.

Perché tu non hai le capacità di stabilire cosa ti serve e in che misura. Almeno non le capacità professionali.

Certo, sai dove stanno i rischi della tua impresa meglio di chiunque altro, ma probabilmente non li sai tradurre in una sequenza di garanzie. Se progetti impianti e li installi, nella tua polizza RCT ci dovranno essere i danni per errori di progettazione e una postuma da installazione.

Se sono impianti a servizio di attività industriali servirà la clausola “Danni da interruzione e sospensione attività” e, cosa molto importante, bisognerà capire con che sottolimite. Questo in funzione di dove vai a fare i lavori.

E questo solo come esempio. Ma è per farti capire che la scelta di una consulente così non è semplice.

Perché avere il quadro totale permette al consulente di giostrarsi tra le varie coperture. Potrebbe farti risparmiare molto su una certa area di rischio e consigliarti di “reinvestire” quel risparmio su una certa copertura che non hai, oppure su una polizza migliore che costa di più ma che, a conti fatti, ti fa risparmiare.

Il fine ultimo sarà sempre quello di avere un unico interlocutore assicurativo capace di soddisfare al meglio le coperture di cui necessiti. Perché uno solo e non tanti?

Avere tante polizze “sparse” tra più assicuratori fa si che tu non sia realmente “cliente” di nessuna Compagnia. E questo implica una serie di “mancati benefici” che nel lungo periodo possono essere importanti.

Non sto dicendo che sarai penalizzato sul singolo contratto ma che non potrai godere di condizioni migliori o trattamenti migliori nel complesso.

Per esempio, in caso di rischi “sinistrati” sorgerà il concreto pericolo di vederti recapitare la disdetta della Società Assicuratrice. Se tu dai ad una Compagnia solo l’osso e la polpa la distribuisci in giro, prima o poi ti torna tutto indietro.

E poi avrai il problema di piazzare altrove un rischio colpito da disdetta per sinistrosità. E ti posso assicurare che è un bel problema.

Non troverai assicuratori disposti a rifarti quella polizza allo stesso prezzo ed alle stesse condizioni. E stai sicuro che le polizze più sinistrate sono quelle più importanti per la tua attività.

Bel problema vero? Probabilmente l’hai già dovuto affrontare.

Quindi alla fine, proprio sulle polizze che più ti interessano devi: o pagare di più, o diminuire le garanzie (sottolimiti più bassi, franchigie più alte) oppure devi rovistare il sottofondo dei barili del marcato assicurativo.

Non il meglio insomma per l’attività principale della tua vita.

E poi, può succedere che hai bisogno di coperture molto particolari che magari sono rischi “poco graditi” in linea generale, da una compagnia.

Magari ti serve una fideiussione assicurativa. E a parte qualche Compagnia da cui ti consiglio accuratamente di stare alla larga, le primarie Compagnie non concedono fideiussioni al primo che bussa alla porta. E nemmeno al cliente che ha solo una polizza.

Alla stessa stregua con cui tu non faresti da garante al primo che passa per la strada. Ovvio. E nemmeno probabilmente al conoscente con incroci sul pianerottolo alla mattina ma con cui non hai alcun rapporto se non “buongiorno/buonasera”.

Questo è evidente. E perché le Compagnie si dovrebbero comportare con te in maniera differente?

Ma di esempi ce ne sono anche altri… non mi dilungo.

Cosa fanno (quasi) tutti gli assicuratori

Quasi tutti si comportano seguendo a filosofia del segugio(.it). Sia assicuratori “tradizionali”, sia Banche e Poste. Anche perché è la più semplice da attuare e, giocando sui numeri, all’apparenza la più redditizia.

Ma chi fa così non sta facendo il tuo interesse ma il suo. Che è quello di fare una polizza in più e poi tante grazie.

“Prendi i soldi e scappa”.

Molti assicuratori (di poco conto) si dannano l’anima per stare dietro a questa corsa al prezzo, magari riescono pure a far risparmiare qualcosa in maniera spot. Ovviamente abbassano il loro margine per cui non hanno possibilità di darti alcun servizio.

Anche perché per sopravvivere devono continuare a trovare altri limoni da spremere. Per cui non hanno tempo di approfondire le tematiche di nessuna materia. Vendono le polizze come venderebbero la verdura: non è il modo giusto di operare.

E la formazione costa. Se non altro in termini di tempo! Ecco perché spesso vengono respinti i sinistri. Non perché le Compagnie sono cattive ma perché troppi assicuratori (spesso improvvisati) SONO IGNORANTI.

Dilettanti che praticano la pesca a strascico. Giocando con le cose importanti della tua vita.

Ma oggi la musica è cambiata. Ed il dilettantismo è deleterio per tutti. Soprattutto se in gioco c’è la tua azienda.

Perché se un assicuratore NON costruisce con te un rapporto solido e qualificato e non costruisce tra TE e la COMPAGNIA un rapporto solido e qualificato TU non sarai mai veramente cliente della Compagnia.

E le condizioni migliori non le otterrai. Soprattutto quando le cose cominciano ad andare male sotto il profilo tecnico dei sinistri.

Capisci cosa intendo? Tu devi diventare QUALCUNO per la Compagnia con cui ti assicuri. Ed il tuo consulente, che ti aiuta nel costruire il programma assicurativo, ti accompagna per far si che questo accada.

Ecco perché io ti sconsiglio di affidarti ad un Broker. Fosse anche il migliore del mondo. Perché il Broker è un mediatore. Non rappresenta la compagnia. Non ha possibilità, né volontà e nemmeno interesse (soprattutto economico) di farti diventare QUALCUNO (anche come azienda) per la Compagnia.

Perché lui stesso non ha alcun vero rapporto con la Compagnia.

Se non segui il mio consiglio sarai uno dei tanti, sempre a rischio di pagare di più le polizze, di vedersi “trattato peggio” quando c’è un sinistro e magari, di vedersi chiuse le porte in faccia.

E di sicuro non otterrai il meglio.

Ma TU hai la possibilità di toglierti da questa situazione. Ed è semplice farlo.

Cosa devi fare?

1) Cambiare mentalità. Ragionare per il TUO interesse nel medio e lungo periodo. Come fanno le grandi Aziende assennate. Essa hanno solitamente un solo interlocutore. Non tre, quattro. Uno.

Certo, questo ti deve spingere a scegliere con grande cura il tuo Consulente e la sua Compagnia di riferimento.

Quindi, non più tanti assicuratori ma un solo assicuratore. E ti serve un assicuratore che rappresenti una Compagnia adatta al tuo target. Se sei un azienda, una Compagnia Primaria, le cui competenze tecniche permettano di padroneggiare questo tipo di realtà. E credimi non sono tante.

2) Ovviamente è sempre meglio un Assicuratore con mandato diretto delle Compagnie anziché un Broker. Questo perché l’Agente ha il rapporto fiduciario con la Compagnia. Essere clienti dell’Agente significa essere clienti della Compagnia.

Il tuo Agente può edificarti di fronte alla Compagnia. Il tuo Agente parla con i liquidatori della Compagnia con un rapporto diverso con cui parlerebbe un broker.

Nella costruzione del pacchetto assicurativo la Compagnia con l’Agente costruisce la tua soluzione. Con il broker, il broker fa tutto. E spera sempre che sia uno capace. Incrocia le dita.

Gioca a carte scoperte

Gioca a carte scoperte

Il broker, per quanto bravo sia (ma ce ne sono ancora in giro?), rappresenta a mala pena se stesso.

Perché essere clienti del Broker significa essere clienti del Broker. Punto! Non sei QUALCUNO per la Compagnia. O, per lo meno, non sei quel QUALCUNO che è preferibile tu sia.

3) Devi giocare a carte scoperte. Il tuo consulente è il tuo medico. Tu non vai dal medico e dirgli metà delle cose. Perché se tu pensi all’assicuratore come ad un “semplice fornitore” allora stai sbagliando strada.

Mi spiace ma è così. Quando un cliente si affida a me io sento la responsabilità di tutto ciò che ha di più caro. La sua vita è in mano mia: l’azienda, lo studio, la salute sua e dei sui famigliari. Dei suoi dipendenti.

E’ qualcosa che va aldilà del singolo contratto e del singolo pacchetto assicurativo. Le aziende, le polizze, i sinistri sono collegati a famiglie, a gente che vive attorno ad una realtà economica che va protetta come fosse la cosa più preziosa al mondo.

Perché, per quelle persone, quella realtà economica è la cosa più preziosa al mondo.

Quindi o mi metti nelle condizioni di lavorare sapendo tutto e conoscendo tutto. Oppure stai mettendo a rischio la TUA situazione. Non tanto la mia.

Quindi i passi da fare sono:

  • Scegliere un solo consulente qualificato (il tuo Dottore delle polizze) e non tanti assicuratori;
  • Diventare QUALCUNO per la propria Assicurazione e non essere un cliente dei tanti, seguendo il processo mentale e pratico che ti ho suggerito;
  • Giocare a carte scoperte con il consulente affinché possa ottimizzare il tuo pacchetto sia per quanto riguarda le garanzie sia per i premi da pagare.

Salta anche solo uno di questi punti e lo farai a rischio e pericolo tuo e delle persone che fanno affidamento su di te.

Ilie Rizzato

P.S.: se vuoi cominciare gratuitamente a orientarti meglio nei delicati equilibri delle coperture assicurative ti consiglio di iscriverti alla newsletter —-> http://www.ilierizzatoinsurance.it/newsletter/

P.P.S.: vuoi fare il salto di qualità? Prenota una consulenza gratuita —-> http://www.ilierizzatoinsurance.it/richiedi-consulenza/








Metti "Mi piace" e condividi
Share

RC professionale medica: quando in pericolo è il dottore e non il paziente

Il diabolico trabocchetto delle polizze di rc professionale medica “colpa grave” per i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale.

Se c’è un settore che assicurativamente parlando è una polveriera zeppa di problematiche gravi e non risolte è sicuramente quello sanitario. Le varie riforme, non ultima quella promossa dal Decreto Balduzzi, hanno cercato di mettere un po’ di ordine nell’intricato groviglio normativo che incrocia la responsabilità della Ente Ospedaliero e quella del medico.

Ma essendo noi in Italia, le cose semplici non riusciamo a farle. E comunque, se leggi questo articolo, probabilmente hai ben presente nell’ambiente ospedaliero quante e quali storie di medici citati in giudizio, richieste di risarcimento e noie processuali esistano.

Ergo, se sei preoccupato di quello che può succederti, fai bene.

In fondo, cercare di far cassa e tirare in ballo dal Direttore Generale al portantino che ha spinto la barella è prassi all’ordine del giorno in ospedale.

Greys-Anatomy-Patrick-Dempsey

E come in tutti i Far West, regna il caos più assoluto. Non di meno dal punto di vista assicurativo. L’Ente ospedaliero è diventato il selvaggio fronte West delle coperture professionali, dove la fanno da padrone ciarlatani imbonitori pronti a vederti il proprio intruglio fatto di urina e whisky come fosse l’elisir di lunga vita.

A cosa mi riferisco? Se sei un medico dipendente di struttura pubblica avrai sicuramente già dovuto affrontare il problema della responsabilità civile professionale e della relativa copertura assicurativa. La bacheca della sala mensa sarà piena di fogli e volantini che propone convenzioni assicurative con i più grossi intermediari assicurativi mondiali.

E anche se tu non sei una centrale termonucleare, è stuzzicante l’idea di sottoscrivere una copertura assicurativa vitale per la tua attività professionale al prezzo della polizza RCA dello scooter con il quale vai al lavoro. Sfruttare il mercato internazionale delle assicurazioni ci fa sentire sicuramente come una persona importante, dall’ineguagliabile fiuto per i grandi affari.

Tutto straordinariamente affascinante, dunque.  Se non che continuo a non riuscire a capire cosa spinga un professionista solitamente attento come un medico, a stipulare l’assicurazione più importante della propria attività compilando un modulino on line o cartaceo… spedirlo via fax a qualcuno che non si è nemmeno mai visto e pensare di aver fatto l’affare della vita.

[Se vuoi sapere cosa penso di questo tipo di soluzioni dal punto di vista “pratico”, leggi il mio articolo: “Anche tu commetti questi errori quando stipuli una polizza professionale?“]

Attenzione: non è sempre colpa tua. Anzi. E non è colpa tua se le ASL fanno sempre più fatica ad assicurarsi per la Responsabilità Civile. Se tanti intermediari si buttano a capofitto tra dottori e dottorini (nel senso di giovani dottori) per fare “pesca a strascico” di polizze RC Professionali di dubbia qualità.

E non è colpa tua se le tradizionali Compagnie assicurative SCAPPANO letteralmente dal rischio sanitario.

Ecco, se la tua attuale situazione è questa… o peggio, se l’unico scenario che ti si presenta davanti è questo… allora spalanca bene gli occhi e leggi quello che ti sto per dire.

C’è una cosa che devi aver ben chiara per se sei un medico dipendente della struttura pubblica.

Ti hanno sempre raccontato (perché è vero) che la responsabilità civile ti è imputabile solo per errori commessi con “colpa grave”, in quanto la “colpa lieve” viene coperta dall’Ente come stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale.

Né io né te abbiamo abbastanza tempo per approfondire meglio cosa si intende per “colpa grave”. Perciò diamo per scontato che sappiamo di cosa stiamo parlando.

E sulla base di questo “postulato” giustamente ti hanno sempre detto che ti devi assicurare per la Responsabilità Civile Professionale esclusivamente per gli errori commessi con colpa grave.

Allora prima di tutto vediamo meglio qual è il procedimento in caso di richiesta danni nei confronti di un medico dipendente di struttura pubblica. Cercherò di essere il “meno tecnico” possibile. Tieni presente che la materia è parecchio complicata ed io vorrei semplificare la spiegazione per non “buttare troppa carne al fuoco”.

Dunque, se ricevi una richiesta danni da un paziente (o dai suoi eredi)  non sarai tenuto a pagare. Il pagamento dei danni, al termine dell’eventuale iter processuale, sarà in capo all’Ente ospedaliero (che avrà – è auspicabile – una propria copertura assicurativa).

Se però, l’Ente fosse chiamato a pagare in virtù di un errore accertato da parte tua, può segnalare (ed in alcuni casi deve) alla Corte dei Conti Regionale l’avvenuto pagamento al terzo per fatto imputabile ad un tuo comportamento.

Qui si decide molto: la Corte dei Conti ti invita a dedurre. Raccolte le deduzioni può decidere di archiviare, e tutto va a tarallucci e vino. Oppure puoi essere avviato al procedimento davanti al magistrato.

sala-operatoria-2

Nel secondo caso sarà il magistrato che dovrà valutare o meno se siamo in presenza di “colpa grave”. In caso di condanna, dovrai rispondere per il danno erariale cagionato. Significa che dovrai risarcire (o con il TUO patrimonio o attraverso la copertura di rc professionale) la Pubblica amministrazione per le somme da questa pagate. Solitamente si tratta o della parte di “franchigia” dell’assicurazione di RC dell’Ente (attenzione, queste franchigie arrivano anche al milione di euro),oppure per l’intero importo (in caso di inoperatività o mancanza della copertura stessa).

Una bella botta. Non c’è che dire… dopo un procedimento che tra processo penale e processo amministrativo, può durare anche un decennio.

Bene, ma a livello di assicurazione come siamo messi?

In questo caso il diavolo sta nei dettagli.

Perché la maggior parte di quelle belle proposte di cui è tappezzata la bacheca della mensa, oppure ciò che troverai in internet da “broker” specializzati, ha un difetto che potrebbe compromettere la tua vita per sempre. Peggio della peggior disgrazia.

Vediamo questo estratto di nota informativa di una polizza molto famosa.

Testo polizza

In questo “oggetto di assicurazione” di dice chiaramente che gli Assicuratori “si obbligano a tenere indenne l’Assicurato di ogni somma che questi sia tenuto a pagare all’Erario a seguito di sentenza definitiva pronunciata dalla Corte dei Conti con accertamento della colpa grave dell’Assicurato”.

Cosa significa: che la copertura vale per i danni erariali accertati dalla Corte dei Conti.

Andiamo avanti e leggiamo qui:

Testo polizza 2

Qui si specifica meglio che il sinistro sarà aperto quando “l’Assicurato abbia ricevuto in forma scritta l’invito a dedurre o la citazione in giudizio da parte della Corte dei Conti”.

A maggior chiarimento viene ribadito con forza: “l’eventuale inchiesta o procedura giudiziale (civile o penale) promosse contro l’Assicurato NON sono considerate Eventi Dannosi e l’Assicurato non ha l’obbligo di denunciarne l’esistenza agli Assicuratori”.

Ve la traduco io: il sinistro sarà aperto non quando ricevi la richiesta danni del paziente (o degli eredi) ma quando la Corte dei Conti, magari dopo dieci anni dal fatto, agirà nei tuoi confronti.

Cosa comporta questo? Prendiamo un esempio.

Mettiamo il caso che domani mattina un’operazione vada male ed un paziente muoia. Dopo qualche settimana contro l’Ente, e contro di te che sei il medico, sarà promossa un’azione di richiesta danni da parte degli eredi e, se ne ricorreranno i presupposti, si avvierà un procedimento penale (con costituzione delle parti civili).

Ovviamente tu la prima cosa che farai sarà comunicare al tuo assicuratore l’evento, per l’apertura del sinistro.

Peccato che, come hai letto più sopra, questa richiesta danni NON comporta l’apertura del sinistro. L’assicuratore ti dirà: “mi spiace dottore, ci risentiamo tra dieci anni, se ci sarà necessità pagheremo… dobbiamo aspettare che si muova la Corte dei Conti”.

DOMANDA: Come “ci sto” nel processo penale a mio carico se non ho il supporto dell’assicurazione?

RISPOSTA: Se non ci sono “conflitti di interesse” tra te e l’Ente Ospedaliero, sarà l’Ente a sobbarcarsi le spese legali anche per la tua difesa. Diversamente, nel processo, ci stai da solo con i soldi tuoi se vuoi…

Bene, qui si aprono due scenari:

IPOTESI 1 (la fantasiosa) – Alla fine del procedimento (tra dieci anni) hai ancora la stessa assicurazione, con lo stesso assicuratore, che nel frattempo ha tenuto in piedi la stessa polizza, con le stesse caratteristiche, e magari con la stessa convenzione e la stessa Compagnia. Dopo dieci anni e dopo la sentenza del Tribunale Penale l’Ente Ospedaliero ha dovuto pagare il danneggiato (o i suoi eredi) e segnala il tutto alla Corte dei Conti che ti chiede di dedurre. Perfetto: tu denunci il sinistro, la Compagnia lo apre e paga. E vissero tutti felici e contenti.

IPOTESI 2 (la realtà) – La convenzione assicurativa con la quale ti eri assicurato con la formula di cui sopra viene chiusa. Il Broker muore, la Compagnia vi manda disdetta oppure viene comprata da un’altra Compagnia che decide di non assicurare più i medici (come spesso accade di questi tempi). E quindi recede dal contratto in maniera unilaterale (può farlo ad ogni ricorrenza annuale).

A quel punto cosa fai? Cerchi un altro assicuratore.

PECCATO che tu, nel “Questionario precontrattuale” debba dichiarare (pena la perdita di ogni diritto) che esiste a tuo carico un procedimento penale che potrebbe portare, una volta concluso, al pagamento di parecchie migliaia di euro se la Corte dei Conti lo riterrà.

DOMANDA: Quanti assicuratori troverò disposti ad assicurarmi con la quasi certezza di dover pagare un sinistro da qualche centinaia di migliaia di euro?

RISPOSTA ovvia: nessuno!

Aggiungo: a pensar male si fa peccato… ma secondo te, una Compagnia Assicurativa che può esercitare il recesso del contratto ad ogni ricorrenza annuale, cosa pensi che farà nel momento in cui verrà a conoscenza che sei stato raggiunto da un procedimento penale che può comportare un risarcimento?

Ok… hai capito!

Sei fregato per la vita. Perché se verrai condannato e sarai senza assicurazione (perché nessuno ti vuole più) devi pagare con i tuoi soldi.

Ti è passata la voglia di mangiare vero? E ci credo.

Io credo che gli effetti di queste coperture “fuffa” le vedremo tra qualche anno.

MA ALLORA, TI CHIEDERAI, QUALE SOLUZIONE POSSO ADOTTARE?

Di certo non una soluzione da Euro 300 all’anno.

Mi spiace caro Doc, ma se costa così poco hai capito il perché. E non dirmi che non ci avevi pensato.

Purtroppo non c’è molta scelta: tutte le formulazioni che assicurano “LA COLPA GRAVE” sono identiche. E propongono questa “Spada di Damocle” che penderà sulla tua testa vita natural durante.

L’alternativa è avere una copertura di RC professionale, che consideri “sinistro” il momento in cui ricevi la “prima” richiesta danni. Quella del paziente o dei suoi eredi. E non, dopo dieci anni, l’azione promossa della Corte dei Conti. Ma non ne esistono.

Quello, infatti, è un “rischio pieno“. E, ripeto, non ha il costo “discount” a cui molti sono abituati.

Senza contare che trovare Compagnie che assicurino l’RC medica non è facile. Per questo, solitamente, la materia è trattata dai Broker. Ma alla maniera dei Broker… [Leggi qui cosa penso dei Broker].

Ad ogni modo non tutto è perduto. Perché nel mercato “tradizionale” qualcosa si può ancora trovare. O, perlomeno, puoi muoverti avendo chiaro qual è la reale prospettiva assicurativa.

Se hai veramente a cuore la tua attività e la salvaguardia del tuo patrimonio dai pericoli del tuo mestiere, quello che devi fare è affidarti ad una CONSULENZA PROFESSIONALE PERSONALIZZATA.

Niente modulini on line, o fax inviati chissà dove. La tua professione merita più attenzione.

Per questo ti invito a fare la cosa giusta. Clicca qui: —> RICHIEDI CONSULENZA PERSONALIZZATA.

Troverai una consulenza professionale dove ti verranno dette le cose come stanno. Dove ti saranno spiegati i benefici e le (tante) ombre di una soluzione piuttosto che un’altra.

Non solo ne guadagnai in denaro ma anche in salute e tranquillità.

Al posto del foglio in bacheca o al modulino on line scegli la soluzione “seria e professionale” che ti fa dormire sonni tranquilli qualsiasi imprevisto succeda nella tua attività di medico.

Se puoi, stai lontano dalla fuffa…

Clicca qui: —> RICHIEDI CONSULENZA PERSONALIZZATA.

Stay tuned.

Ilie Rizzato

Metti "Mi piace" e condividi
Share

Anche tu commetti questi errori quando stipuli una polizza professionale?

Leggi qui prima di stipulare o rinnovare qualsiasi copertura di responsabilità civile.

Non c’è nulla di più difficile che trattare con i professionisti. Il perché è presto detto: come fai a fare consulenza a qualcuno che di mestiere fa consulenza?
In realtà io mi ci trovo benissimo.

Ma sapete, i professionisti sono gente tosta. A cui non puoi dire cosa è giusto e cosa no. E li capisco.

Anche loro, però, sono umani, almeno in parte. Ed hanno le debolezze degli uomini tra cui, spesso, quella di sottovalutare la copertura assicurativa.
Ed allora per dare un aiuto a tutti i professionisti ho pensato a questa guida per la scelta all’RC professionale.

Come cercare ragazze avvenenti su Facebook

La maggior parte delle ragazze su Facebook sembrano appena uscite da un book fotografico di GQ. Poi le incontri per strada e non le riconoscerebbe sordi avvocatonemmeno Interpool. Più finte dell’immagine sulla scatola dei Saccottini Mulino Bianco.
E’ il problema tra vedere una cosa on-line e vederla dal vivo.
Ma noi non ci facciamo più fregare… perché in fatto di donne la sappiamo lunga.
Poi però, alcuni pensano di affidare la polizza cruciale della propria attività ad un acquisto via internet o via modulo di adesione.
Sono attratti dal premio finale da pochi euro più di mia mamma quando vede in offerta una cassa di melanzane.
Nella migliore delle ipotesi leggono sommariamente le condizioni.
Purtroppo, non sono pochi i professionisti che pensano che il “costo” dell’assicurazione sia una odiosa tassa, un onere inutile da fare al prezzo più basso tanto per stare in regola con la normativa. Perché tanto in quarant’anni non è mai successo niente. Almeno finché il postino non bussa alla porta con una raccomandata.
E di questi tempi la cosa è molto più frequente che in passato.
Ecco: se sei tra coloro che ragionano come ho appena scritto allora il mio consiglio è quello di risparmiare anche quelle 300 euro e di non acquistare nulla. Tieniti in tasca anche quei pochi euro. Usali in altro modo, fidati.
Purtroppo le polizze di RC professionali costano. Spesso non poco. Ma è la polizza fondamentale della tua attività e per tale motivo non può costare meno dell’RC dello scooter con il quale vai in studio.

Louis Viutton, Prada o Gucci?

Se d’estate cammini lungo la spiaggia di Sottomarina (per chi come me non va SOLO a Portofino), prima della diga troverai una lunga schiera di borse-ambulanti-in-spiaggia-intoccasioni d’acquisto a prezzi davvero favorevoli. Abili commercianti dalla parlata esotica e dal sorriso bianchissimo ti proporranno quanto di meglio lo stile italiano dell’alta moda può offrire. Tutto ad un prezzo rigorosamente scontato, ovviamente trattabile.
Immagino che nessuno sano di mente possa pensare che questi venditori ambulati (di sogni a basso costo) abbiano qualcosa di originale da offrire. Fosse anche la stuoia su cui sono esposti i pezzi.
Alla stessa maniera, e questo vale in generale, quando interagisci con un assicuratore, assicurati (appunto) di chi hai davanti: controlla sul sito www.ivass.it il registro degli intermediari e verifica se chi ti sta formulando la proposta sia o meno iscritto nel Registro e, soprattutto, se lo è per la Compagnia per cui ti offre il contratto.
Qualora non lo fosse astieniti dal contrarre la polizza e rivolgiti altrove. Questo per tutta una serie di complicazioni legali e di copertura assicurativa dell’intermediario stesso.

Dentro la polizza: il regime Claims Made

Le polizza di RC professionali operano in regime di Claims Made. Il sinistro, infatti, è aperto nel momento della prima richiesta di risarcimento da parte del terzo nei confronti dell’assicurato. Per richieste in serie relative allo stesso fatto assicurativo, si tiene conto dalla prima.
Attenzione: richiesta di risarcimento (la famigerata Raccomandata) e danno, devono verificarsi nel periodo di validità della polizza. Quindi, di base, se un avvenimento è successo prima della stipula del contratto (o del primo contratto con la medesima Compagnia in caso di sostituzioni) il danno non sarà considerato in copertura.
Per ovviare a questo meccanismo le polizze di RC professionale in regime di Claims Made possono concedere una garanzia detta “pregressa”, con la quale vengono tenuti in copertura anche i fatti avvenuti in un periodo determinato occorsi anteriormente alla stipula del contratto (o del primo contratto).
Questa estensione è di fondamentale importanza e deve essere più “lunga” possibile, affinché il professionista sia coperto e tranquillo. Soprattutto allorché si decida di cambiare Assicuratore.
Diversamente, finirebbe “nella trappola” del meccanismo delle polizze in Claims Made, creando una scopertura temporale per tutti quei fatti assicurativi accaduti prima dell’inizio del nuovo contratto.
Pertanto, va posta una grande attenzione sulla presenza o meno di questa estensione ed ovviamente anche circa la sua concreta operatività.

L’importante è la punta

Greys-Anatomy-Patrick-DempseyNon equivochiamo… sto parlando del rischio. Qualsiasi polizza di RC professionale deve essere in grado di coprire le “punte di rischio” e non il sinistro medio.
Un sinistro ipotetico che supera il tuo massimale di polizza ti porterà, in caso di soccombenza in giudizio, a rimetterci di tasca tua la differenza. Capisci bene che massimali ridicoli (come Euro 250.000 o Euro 500.000) non è detto siano sufficienti a garantire richieste di risarcimento elevate. Pensa a cosa accadrebbe alla tua vita se per risparmiare cento euro di polizza ti toccasse sborsare un pezzo da 100.000…
Inoltre, spesso, nelle RC professionali si tende a pensare solo a fattispecie di danno di tipo patrimoniale. Dimenticando, invece, che possono succedere anche danni corporali. Soprattutto quando abbiamo dei collaboratori che possono subire infortuni (gravi, gravissimi o tragici) durante lo svolgimento delle loro mansioni oppure se agiamo da “responsabili della sicurezza”.
E questi tipi di danni producono, senza dubbio, richieste di risarcimento davvero elevate. Meglio tutelarsi in tal senso.

Convenzione o prodotto normale? E soprattutto, quale scegliere?

Una risposta esatta non c’è. Ma ci sono dei parametri. Devo ammettere che, solitamente, le soluzioni “in convenzione” sono spesso migliori dei prodotti “standard”. Questo perché le Compagnie hanno cercato di renderle particolarmente appetibili coordinandosi con l’Ordine professionale di riferimento.
La risposta alla domanda “chi scegliere” va ben ponderata. Il consiglio generale è di prediligere Compagnie di grandi dimensioni che, anche proponendo la polizza in convenzione, indirizzino l’assicurato presso le Agenzie e non che prevedano la sottoscrizione di un modulo da inviare chissà dove. Questo perché, in caso di sinistro, la trattazione è meglio che avvenga “sul territorio” e non con l’unico ufficio di rappresentanza imbucato in qualche palazzone di Roma o Milano.
Spiegata meglio per chi non vuole capire: l’ufficio sinistri meglio sia nel tuo territorio. E solo Compagnie Italiane ben strutturate e dimensionate hanno questa caratteristica.

Patti chiari, amicizia lunga

Se pensi che una volta fatta la polizza sei a posto su tutto, beh ti sbagli. Sei e posto su molte cose ma le polizze di RC professionale non sono delle All Risks. Vi sono dei rischi coperti ben precisi e delle esclusioni grandi come una casa. Prenderne visione prima eviterà un sacco di problemi. A te e all’assicuratore.
Inoltre, ricordati che il “Questionario” è sempre obbligatorio e va compilato con una mano sul Vangelo ed una che tiene la penna. Mi raccomando, siete professionisti, sapete meglio di me cosa sono le dichiarazioni mendaci e reticenti e cosa esse comportino.

Embè?

Embè cosa? Questa doveva essere una piccola guida ed è diventata un articolo che ci perdi venti minuti a leggerlo. Se sei arrivato fino in fondo significa che qualcosa ti frega. E questo è importante.
Ricorda, come ti avevo detto, non esiste una formula magica o una “polizza magica” che risolve tutte le esigenze. Soprattutto al prezzo basso che hai in testa. Le Compagnie non sono delle Onlus ed in ogni caso tu non sei uno che ha bisogno di aiuto.
Ad ogni buon conto già seguendo questi piccoli consigli sono certo che non cadrai nelle trappole più pericolose delle polizze di RC professionale.
Forse non ti basterà. Ed allora è meglio che cerchi qualcuno che possa aiutarti più approfonditamente prima che il postino suoni alla tua porta una o due volte.

Ilie Rizzato

Metti "Mi piace" e condividi
Share

La sindrome dell’odiosa RC Auto può uccidere la tua impresa

Gli sbagli che probabilmente anche tu fai e che possono mettere a rischio irrimediabilmente il tuo business.

Assicurarsi è una necessità. Quello lo sanno anche i bambini. Poi però crescendo, diventando adulti e saggi, ci si rincitrullisce e combiniamo le cavolate. Tu sei uno di questi? Probabilmente si (mi spiace, a volte non risulto simpatico, di primo acchito… ma dal vivo sono spassosissimo).

La stragrande maggioranza delle persone, anzi, tutte le persone hanno un solo obiettivo quando si tratta di assicurazioni: risparmiare.

Che di per sé mica è una cosa sbagliata. Direi che spesso è il motore che ti fa muovere verso un confronto tra quello che già hai e quello che offre il mercato.

Ma c’è modo e modo di ragionare. Se ti fai prendere dalla “sindrome dell’odiosa RC Auto” allora le cose possono essere pericolose.

Perché “odiosa” RC Auto? Perché è vissuta come una tassa e non come una necessità. E questa cultura imperante è quella che mette a rischio la tua impresa . E’ la sindrome dell’odiosa RC Auto ad aver fatto diventare un “mantra” lo sconto sulle assicurazioni, un fattore da ottenere a tutti i costi.

maxresdefault

Facci caso: vai in banca e ti vogliono fare la polizza RC Auto scontata. Vai al supermercato e ti appioppano la polizza RC Auto scontata tra due etti di crudo e tre di Asiago. Accendi la TV e una qualunque AssiTeleDrin ti offre la polizza on line con un ribasso del 50%. Un cane si mette a fare le comparazioni davanti ai microfoni in conferenza stampa. La sagra dei pubblicitari creativi. Una Babilonia, un circo.

Cosa comporta questo? Che nella stragrande maggioranza dei casi l’equazione mentale è semplice: assicurazione = RC Auto. RC Auto = tassa ingiusta. La tassa ingiusta, in quanto ingiusta, deve costare il meno possibile.

Risultato: tutti ormai si sono abituati a pensare che l’assicurazione, in generale, e non solo l’RC Auto, sia sempre una tassa ingiusta e che la migliore sia quella che ti fa risparmiare.

Bene, questa cultura assicurativa è un kalashnikov puntato sulla faccia della tua attività? Non mi credi?

La logica del risparmio applicato ai rischi di un’attività d’impresa è un suicidio annunciato se fatto senza criterio.

Non mi fraintendere: non significa che devi sottoscrivere le polizze più costose. No, è roba da pazzi.

Dico che non dovresti mai rinunciare a coprire alcune aree di rischio in nome del risparmio. E che “il risparmio” non deve essere mai la linea guida nelle scelte assicurative. E se il tuo consulente o assicuratore che sia, non ti ha sufficientemente messo in guardia da questo pericolo, allora è tempo di cambiare mentalità e sicuramente anche assicuratore.

Ce l’hai il Risks Manager?

Se la tua struttura conta appena qualche operaio ed una segretaria che passa metà del tempo a condividere su facebook aforismi scritti su tramonti romantici allora so già la risposta.

Lo so, caro amico imprenditore, che nella tua azienda il 99% delle faccende passano sul tuo tavolo e non hai tempo per nulla. E’ così dappertutto. E che “c’è la crisi” e quindi l’ultimo dei tuoi problemi è l’assicurazione. E che magari sei pure in dubbio di ridurre l’organico lasciando a casa l’impiegata. Quindi inutile parlarti di Risks Manager…

Ma non preoccuparti. Qualunque sia la dimensione della tua attività sappi che sei in buona compagnia.

Tre mesi fa ho avuto modo di trattare una grossissima azienda. Si trattava della più grande azienda in Europa nel suo campo. Con ben sei stabilimenti in Italia e diversi pure all’estero.

Bene, noi crederemmo che in un’azienda del genere ci siano squadre di preparatissimi ingegneri dedicati solo nell’individuazione dei rischi e nella loro risoluzioni. In realtà nulla di tutto questo. Nada, nisba, niet.

bond

Quindi, se non ce l’hanno loro perché dovresti averlo tu? Posso forse rimproverarti?

“Risolvimi il problema!”

Anni fa lavoravo in un’Agenzia dove la frase che più spesso sentivo dire dal Boss era “risolvimi il problema”.  Quindi sono cresciuto con questo tipo di mentalità: risolvere problemi. Come il Sig. Wolf di Pulp Fiction, ma con molto meno stile.

Come ti risolvo il problema di non cadere nella sindrome dell’odiosa RC Auto ovvero del risparmio ad ogni costo, senza un Risks Manager e senza mettere a repentaglio la tua impresa ed i tuoi guadagni e non spendere cifre esorbitanti?

Sembra impossibile, eppure per chi lavora nel campo assicurativo delle aziende questo è il lavoro da approntare.

Si tratta di individuare le aree di maggior rischio, stabilire massimali e somme assicurate adeguate a fronteggiare un disastro totale. Valutare l’impatto sull’attività di eventuali eventi che generano un sinistro parziale. Capire fino a che punto l’azienda può accollarsi eventualmente una parte del danno e che budget è in grado di mettere a disposizione. Shakerare, aggiungere qualche eventuale leva fiscale, guarnire con un’oliva e servire.

Qualcosa di diverso rispetto a: dammi le copie delle polizze che vediamo se ti faccio risparmiare. Che, per carità, può essere il punto di inizio di una valutazione che deve essere molto più ampia ed articolata.

Essa dovrà essere in grado in primo luogo di rispondere alle richieste di risarcimento che possono arrivare dai terzi: RCT, RCO, RC prodotti. E dovrà dare copertura ai danni che i propri beni possono subire: incendio, furto. E, se possibile, ammorbidire l’impatto sui mancati introiti per il fermo produzione: danni indiretti.

Un lavoro articolato e stimolante. Un vero lavoro di squadra tra assicuratore e imprenditore. E non un tira e molla sul prezzo a carte coperte.

Quello che mi chiedo a questo punto è: saresti in grado di giocare a questo gioco? Oppure sei tra quelli che giocano ai dadi con la principale attività della propria vita? Che credono che l’assicurazione sia una tassa ingiusta, almeno fino al giorno in cui mezzo capannone del vicino non va in fiamme e ti prendi paura?

Come ho detto, il cambio di mentalità, è determinante. E se hai voglia di giocare sul serio prova qui =========> CLICCA SUBITO.

Ilie Rizzato

Metti "Mi piace" e condividi
Share

Video di presentazione del blog

Il video di presentazione del blog e dei suoi contenuti esclusivi.

Il mio videomessaggio di presentazione del blog sulle assicurazioni. Notizie, commenti e dritte dal mondo delle assicurazioni, spiegate in maniera semplice e divertente.

Iscriviti alla newsletter ed ottieni contenuti esclusivi gratuiti. Clicca qui o nello slot a fianco.

Metti "Mi piace" e condividi
Share

Se sei un’azienda e pensi che il Broker lo faccia meglio…

Miti e credenze di una figura professionale dai molteplici aspetti spesso sconosciuti.

“Io ci ho il broker che mi fa le polizze dove costano meno”. Quante volte avrò sentito queste frase? Magari senza errori grammaticali ma il succo è spesso questo. Molte aziende credono ancora che avere un broker che ne segui i destini assicurativi sia la panacea di tutti i mali. E che “far risparmiare” sulle polizze sia l’unico compito di un assicuratore. Ma è proprio così per un’azienda?

Esistono situazioni dove l’assistenza di un Vero Broker è essenziale e la questione dei costi è di secondo piano. Parlo in particolar modo quando vi sono gruppi aziendali delocalizzati su stabilimenti in tutto il mondo. Finché le sedi sono nell’ambito dell’Unione Europea le cose possono essere anche gestibili localmente da un Agente (non tutti). I grandi Gruppi Assicurativi hanno spesso sedi di rappresentanza in ogni paese UE. Oppure possono operare in FOS (Free on Service) con una certa agilità. Ma cosa succede quando le sedi da assicurare sono in Giappone, Emirati Arabi o qualche paese del sud America? In casi come questi è evidente che una grossa società di brokeraggio può trovare canali e soluzioni molto valide relazionandosi con Compagnie anche di una certa solidità nel paese corrispondente.

Ma se la situazione che riguarda la tua azienda non è di questo tipo, se il massimo della tua delocalizzazione è avere un magazzino di scorta a Cadoneghe (provincia di Padova… per chi mi legge da lontano) allora le cose possono essere ben diverse. Perché se da un lato ipoteticamente un Broker può lavorare con tutto il mercato e quindi spuntare il miglior premio (ma sarà sempre vero?), dall’altro ci sono delle cose da tenere a mente.

aiba

Il broker rappresenta il cliente… ma soprattutto rappresenta solo sé stesso!

Cosa significa? E’ vero che la stessa legislazione stabilisce che il broker agisce in nome e per conto del cliente (e nel suo interesse). Ma è anche vero che il Broker, quando vi propone una polizza di una Compagnia, agisce solo come mediatore e non ha nessun rapporto con essa. Un fatto buono? Dipende. Il concetto di “indipendenza” di un mediatore è sempre relativo e a volte può essere controproducente. Pensate sia meglio che il proprio interesse sia curato da un “mediatore” o da un Agente che ha potere di rappresentanza e la totale fiducia della Compagnia Mandante? Questo vale sia per quanto riguarda eventuali sconti sui tassi, sia per l’assunzione di parti di rischio meno graditi. Un fatto non insolito ma di vitale importanza per il vostro business.

Ricordate: l’Agente rappresenta la Compagnia ed è il suo fiduciario. Il broker rappresenta sé stesso. Quale soluzione sia meglio, valutate voi.

Il broker lavora con tutto il mercato? Ma quale?

Parliamoci chiaro: alcuni broker lavorano con tutto il mercato… che conta. Altri, invece, lavorano solo con le Compagnie che danno loro retta. I grandi Broker che gestiscono grandi rischi DEVONO per forza di cose rapportarsi con grosse Compagnie (per un problema di “ritenzione” ovvero di capacità della Compagnia di tenere una quota più o meno grande di rischio). La Carlotta Assicurazioni (nome di fantasia) non potrà mai assicurare un grosso stabilimento industriale per problemi riassicurativi. Probabilmente Unipolsai, Generali o Axa, tanto per fare qualche nome notissimo, si. Ed i grossi Broker lavorano in quel mercato. Senza bisogno della Carlotta Assicurazioni Soc. Coop. a Resp. limitatissima. Se qualcuno la propone… ora sapete il perché.

Il broker mi segue meglio

È vero anche qui fino ad un certo punto. Vogliamo parlare nel campo dell’autotrasporto conto terzi (il mio primo grande amore) e di cosa sta succedendo? Mega libri matricola (a volte dalla dubbia regolarità) con premi scontati fino all’osso. Immense “moli” di autocarri trasferiti da una compagnia ad un’altra (spesso Risk_0Compagnie di secondo piano, per così dire) con i clienti che nemmeno sanno dove saranno piazzati, con documentazione contrattuale insistente tranne il contrassegno (ora nemmeno più quello) e dove per vedersi risolvere un problema hai la stessa emozione di un “Gratta e Vinci”. Premi dimezzati, margini bassi, servizio zero. E’ il mercato bellezza. Se sei finito in questo “calderone” ed hai pensato di aver fatto l’affare sappi che non è vero. Il problema è dietro l’angolo… o dietro una curva.

Mandatelo..

ATTENZIONE: per legge il Broker deve far sottoscrivere un “mandato”: un contratto in cui gli affidate l’incarico ad agire nel mercato assicurativo nel vostro interesse. Mi raccomando… non siate superficiali. Leggetelo con attenzione. E pretendete un mandato: alcuni broker ho visto operano senza. Tanto tutto va sempre bene. Un broker che opera senza mandato lo fa contro la legge. E non ha copertura assicurativa per gli errori professionali che può commettere. Ai vostri danni, s’intende.

Occhio alla scadenza: il mandato ha solitamente dei termini di disdetta. Ne ho visti alcuni che prevedono l’invio della raccomandata addirittura da 6 a 12 mesi prima. Una follia. Se ve lo propinano così… mandatelo. Fate voi dove.

L’opinione

Pensiero personale: ci sono Broker con i fiocchi e broker. Ne ho conosciuti pochi dei primi e tantissimi dei secondi. I primi hanno competenza e struttura. Lavorano con valide Compagnie e su rischi che non potrebbero essere gestiti altrimenti. E, credimi, se stai leggendo questo articolo significa probabilmente che non è il tuo caso.

I broker invece sono molti: alcuni di loro son validissimi professionisti, magari non molto strutturati e spesso sono specializzati su alcune categorie di rischio e sanno offrire a tal riguardo un buon servizio. Rispetto ad un Agenzia ben qualificata non sempre hanno caratteristiche elevatamente differenzianti. Altri, invece, operano per lo più come un qualsiasi subangente plurimandatario ma non hanno lo stesso rapporto fiduciario con l’Agente e le Compagnie delle quali propongono le polizze. Fanno il loro “sporco” lavoro come tutti i poveri Cristi di questo mestiere. Spesso con tante difficoltà ed inseguendo i premi sempre più bassi. Non danno alcun “PLUS” al proprio servizio. Li riconoscerete a naso. 

Ilie Rizzato

Metti "Mi piace" e condividi
Share

Il ‘musso’ e l’amico allo sportello

Gli scandali di alcune Banche e le centinai di truffati offrono alcuni spunti di riflessione sulla raccolta del risparmio. 

Odio dire ad una persona “te l’avevo detto”. E probabilmente la persona a cui lo dico odia sentirselo dire. Ma il mio mestiere è “mettere in guardia” e quando si tratta di Banche e Poste Italiane il gioco mi viene facile. Così da quando è scoppiato il caso “Banca Etruria” sono sicuro che l’amico allo sportello bancario in questo periodo ti sarà sembrato molto probabilmente meno “amico”. Se non altro perché nell’ultimo periodo si sarà dovuto subire una tempesta di chiamate o visite allo sportello di risparmiatori ottuagenari che gli chiedevano se le “OBBBBLIGAZIONI” da lui vendute fossero “SICURE”. Rendendogli le mattinate alquanto pesanti (e ci credo!) e la voglia di fare il simpatico scesa probabilmente sotto i tacchi.

“Certamente la nostra Banca è DIFFERENTE” vi sareste sentite rispondere… e mentre lo diceva si grattava il naso, girava lo sguardo nell’angolo in alto a destra, si schiariva la gola e vi liquidava in fretta perché qualcuno dall’altra parte dell’ufficio lo aveva chiamato (anche se voi non avete sentito).

NON CHIEDERE MAI ALL’OSTE SE HA IL VINO BUONO. La regola è sempre la stessa. Non vi fidate del salumiere che vi vuole appioppare il salame che non gli va più via però affidate i risparmi di una vita all’impiegato il cui stipendio dipende dal fatto che lui segua obbediente le direttive della sua Banca… Se credete che il CONFLITTO D’INTERESSI riguardi solo Silvio Berlusconi o la Ministra Boschi allora ho una notizia per voi: NON E’ VERO. In Veneto esiste un detto: “tacare el musso dove che voe el paron”. Per chi chiama da fuori Padova traduco: “attaccare l’asino dove vuole il padrone”… ciò l’impiegato, bravo, preparato, magari pure laureato e persona onestissima, deve fare ciò che gli viene ordinato. bancatruffatiE se la Banca gli dice “vendi il nostro debito” lui venderà il “debito della Banca” cioè le obbligazioni. E vi dirà che il rendimento al 7% con uno strumento così sicuro non esiste altrove… Ed è vero. NON ESISTE. Da nessuna parte. E se voi ci cascate significa che il “musso da tacare” (l’asino da attaccare) siete voi.

La banca ha tutto l’interesse a raccogliere il proprio risparmio e a vendervi le sue OBBBBLIGAZIONI del piffero e farà di tutto per farlo spacciandole per ORO COLATO. E’ molto probabile che non gliene freghi una cippa del vostro profilo di rischio. O che vuoi preferiate una gestione separata o dei BOT allo 0.001% di rendimento. Sa solo che quando si tratta di risparmio ci sono frotte di “ingenui clienti” che non aspettano altro che l’affare della vita. E’ per questo che qualche Banca, poi, si è spinta ben oltre il ruolo di SIMPATICA CANAGLIA entrando a piè pari nel mondo della TRUFFA. E lo ha fatto grazie al povero impiegato stipendiato (e dal posto di lavoro sempre più in bilico – e per questo gli vogliamo bene e lo perdoniamo) che ha avuto l’ordine preciso e tassativo di vendervi quella cacca! Il loro conflitto d’interessi è direttamente proporzionale al buco nel bilancio.

Per cui date meno retta ai (falsi) amici ed affidatevi di più ad un professionista che sappia darvi tutte le informazioni necessarie. I professionisti si guadagnano da vivere sulla soddisfazione del cliente. Non significa che sono infallibili ma significa che non sono in CONFLITTO D’INTERESSI. Che di questi tempi non è poco.

 

Ilie Rizzato

Metti "Mi piace" e condividi
Share

Dal primo luglio addio attestato di rischio cartaceo

Entra in vigore il primo luglio la modifica al Codice delle Assicurazioni che dematerializza l’attestato di rischio

Attestato di rischio cartaceo addio. Con il primo giorno di luglio entra in vigore la modifica al Codice delle Assicurazioni che prevede la “dematerializzazione” del documento comprovante la sinistrosità pregressa. L’acquisizione da parte della Compagnia al momento della stipula di un nuovo contratto avverrà ora solo per via telematica, grazie al attestato-rischio-assicurazcollegamento con la banca dati Ania, a cui le Compagnie stesse si sono impegnate di far confluire i dati in tempo reale.

L’attestato di rischio, quindi, si dematerializza ma non sparisce. Esso sarà inviato al contraente (e anche al proprietario/usufruttuario del veicolo se diverso) per via telematica: lo si potrà consultare su internet attraverso una sezione riservata nel sito della Compagnia di riferimento, tramite App per smartphone/tablet, o verrà inviato via posta elettronica o Social Network.

rcauto-contrassegnoPer coloro che non sono troppo pratici dei nuovi media l’alternativa resta quella di recarsi di persona dal proprio intermediario che ne rilascerà una copia cartacea. Ad ogni buon conto, ai fini della stipula di un eventuale nuovo contratto farà fede esclusivamente quanto presente in banca dati. Nell’eventualità che essa non fosse aggiornata l’intermediario potrà acquisire l’ultimo attestato di rischio presente, facendosi rilasciare dall’assicurato un’autocertificazione circa il periodo mancante, ricostruendo così l’esatta posizione assicurativa.

La novità è un ulteriore passo verso la crociata sempre più feroce contro le frodi assicurative. In attesa della prossima rivoluzione coperenicata in tema di RC Auto ovvero la dematerializzazione del contrassegno attesa per il 18 ottobre. Ma questa è un’altra storia…

 Ilie Rizzato

Metti "Mi piace" e condividi
Share