Cassazione ed R.C. Medica: assicurarsi per la sola colpa grave non basta

La Suprema Corte ha messo definitivamente la parola fine ad ogni dubbio interpretativo circa la perseguibilità penale del medico per colpa.

Se anche tu sei tra coloro che hanno creduto alla favoletta che una semplice polizza di Responsabilità Civile medica limitata alla “colpa grave” fosse la soluzione che ti avrebbe salvarti da tutto e da tutte le devastanti richieste danni dei tuoi pazienti, allora ho una bruttissima notizia da darti.

L’arma che hai in mano è alquanto spuntata.

Eppure sarebbe bastato leggersi bene la legge (compresa l’ultima Gelli-Bianco) per capirlo.

O per lo meno sarebbe bastato comprenderla nel suo intimo risvolto azzeccagarbuglino approfondendo l’argomento con qualche articolo di stimati giuristi.

Il vecchio adagio dei nostri nonni “se costa poco vale poco” non è mai stato così calzante come in questo caso.

Le piccole polizze da 300 euro all’anno in sù, LIMITATE ALLA SOLA COLPA GRAVE, hanno il grande beneficio di arricchire qualche furbesco intermediario assicurativo, ma dall’altro lato hanno lo stesso impatto difensivo che potrebbe avere una fionda davanti ad un carro armato.

medico-disperatoMi dispiace caro dottore, ma se in mano hai una polizza del genere la tua situazione è davvero compromessa e la colpa di tanta disinformazione la devi ricercare tra coloro che ti hanno mal consigliato fino ad oggi.

Mi riesce difficile pensare, infatti, che cotanta schiera di operatori pseudo-specializzati in polizze di malpractice medica non sappiano realmente quali sono i chiari meccanismi della normativa, pur alla luce delle nuove norme Gelli-Bianco.

Gli operatori assicurativi sembrano non voler imparare la lezione, che in passato hanno visto addirittura una Compagnia Assicurativa essere punita con la “sospensione” all’emissione delle polizze per palese poca trasparenza nei contratti.

Ed ancora oggi, negli ospedali, si racconta ai medici che “basta assicurarsi per la colpa grave” per stare tranquilli.

BALLE! OGGI COME IERI!

Le polizze di R.C. professionale medica, limitate alle colpa grave, sono in realtà uno scudo di carta che lasceranno il tuo patrimonio personale alla mercé delle orde barbariche dei tuoi paziente più vendicativi.

Se avrai la malaugurata disavventura di finire nel tritacarne giudiziario di una vicenda di errore medico, i tuoi pazienti ed i loro familiari, faranno razzia di qualunque tuo bene aggredibile, e non troveranno pace finché non ti avranno spolpato tutta la carne attaccata alle tue ossa.

Inseguendoti fino al completo loro soddisfacimento anche lungo l’asse ereditario, affinché la tua colpa sia espiata dai tuoi figli e dai figli dei tuoi figli, attraverso un supplizio divino degno delle pagine più cruente del vecchio testamento.

E mentre un tale flagello si abbatterà su di te, sulla tua professione e sulla tua famiglia con enorme clangore, coloro che ti hanno venduto la polizzetta di R.C. per colpa grave se ne staranno al sicuro nel loro palazzo dorato.

Si godranno i tanti piccoli denari spillati agli inconsapevoli dottori come te, per nulla turbati dalle nefaste conseguenze di tanta superficialità.

Quello che la Cassazione Penale a Sezioni Unite ha stabilito, è una vera e propria pietra tombale dal punto di vista giuridico circa i limiti della punibilità del medico in ambito penale, che con la legge Gelli-Bianco si pensava essere limitata a pochi casi.

In realtà all’esito dell’udienza tenutasi il 21 dicembre 2017, le Sezioni Unite hanno formulato il seguente principio di diritto che devi assolutamente STAMPARTI NELLA MENTE:

«L’esercente la professione sanitaria risponde, a titolo di colpa, per morte o lesioni personali derivanti dall’esercizio di attività medico-chirurgica:
a) se l’evento si è verificato per colpa (anche “lieve”) da negligenza o imprudenza;
b) se l’evento si è verificato per colpa (anche “lieve”) da imperizia quando il caso concreto non è regolato dalle raccomandazioni delle linee-guida o dalle buone pratiche clinico-assistenziali;
c) se l’evento si è verificato per colpa (anche “lieve”) da imperizia nella individuazione e nella scelta di linee-guida o di buone pratiche che non risultino adeguate alla specificità del caso concreto;
d) se l’evento si è verificato per colpa “grave” da imperizia nell’esecuzione di raccomandazioni, di linee-guida o buone pratiche clinico-assistenziali adeguate, tenendo conto del grado di rischio da gestire e delle specifiche difficoltà tecniche dell’atto medico».

Quanto riportato qui sopra è ben diverso da “Rispondi solo per la Colpa grave” che riguarda solo l’ambito civile.

Qui bisogna fare un po’ di chiarezza tra profilo penale e civilistico.

maxresdefaultPer un medico del SSN il binario “penale” e quello “civile” corrono su piani differenzi rispetto al medico libero professionista. Ecco come.

Per le imputazioni a livello penale (quindi le eventuali pene detentive) rispondi secondo quanto ha detto la Cassazione. In pratica anche per la colpa lieve, con l’esclusione del caso di imperizia seguendo le raccomandazioni e le linee guida in relazione al rischio da gestire.

Per i risvolti civili (i soldi che devi tirare fuori) rispondi sempre e solo per la colpa grave (e per il dolo) nei limiti stabiliti dalla legge e dopo essere stato giudicato dalla Corte dei Conti.

E allora il problema dove sta?

Che la formulazione della polizza di R.C. Medica in versione “Colpa Grave” non si attiva quando il danneggiato propone la richiesta danni.

Ciò comporta che tu rimani davanti al giudice (quello penale) sostenuto solo dalla “polizza” dell’Ospedale e non con la TUA polizza. Sempreché non sorgano conflitti di interesse tra te e la struttura.

Nel procedimento a tuo carico quindi, ci starai con le tue sole forse se vuoi, oppure appoggiandoti a chi ha obiettivi finali che possono divergere dai tuoi che miri sempre e solo alla piena assoluzione.

Purtroppo chi non ti ha spiegato bene il perverso meccanismo delle polizze “Colpa Grave” ha confidato sul fatto che il “diritto” non fosse il tuo campo (infatti hai studiato medicina e non giurisprudenza) e sul fatto che non avessi abbastanza tempo per approfondire.

Se a questo aggiungiamo che sono tanti gli “addetti ai lavori” che ti avranno certamente consigliato di farti solo una polizza per colpa grave “che tanto per il resto ci pensa l’ospedale” allora è ovvio che se c’è un responsabile di tutto questo sicuramente non sei tu.

Che poi ci “pensi l’ospedale” è solo in parte vero come ti ho detto. Il tuo contratto nazionale prevede che le spese di assistenza legale siano coperte dall’Ospedale.

E questo è vero.

Ma tale situazione rimane vera finché non esiste un conflitto d’interesse tra te e la Struttura. E se fossimo in presenza di un caso in cui sarebbe più conveniente scaricare su di te le responsabilità “per colpa grave”, che interesse avrebbe l’Ospedale di tutelarti realmente se poi alla fine sa che l’Erario potrà rivalersi nei tuoi confronti?

Ed in un caso di colpa medica, sei certo che non sia per te conveniente, in termini di interesse, proteggerti con i tuoi mezzi anziché appoggiarti sull’ospedale che persegue i propri giustificati fini?

Quindi il consiglio ultimo è semplice: tutelati con una polizza che ti copra al 100% e non solo per la “colpa grave” e cerca di affidarti ad un assicuratore che ti mostri tutte le carte sul tavolo e non che giochi d’azzardo con il tuo destino.

Perché alla fine, la carriera ed il patrimonio in gioco rimarranno sempre e solo i tuoi.

Ilie Rizzato

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Le “Cinquanta sfumature di rischio” della tua attività

Sei sicuro che sia davvero piacevole lasciare che assicuratori improvvisati ed incapaci si soddisfino su di te per compiacere le lobby?

Un po’ di “pepe” nella vita non guasta, non trovi? Un po’ di brivido, di insolito e di “fuori dagli schemi”, a volte, è l’elemento nuovo che può aiutare a tenere vivo un rapporto noioso.

Ok, lo so che sto pattinando sul filo del doppio senso e dell’allusione. Ma siamo tutti adulti e non credo di scandalizzare nessuno se gioco un po’ con le parole, anche perché quello di cui voglio realmente parlarti non è di pratiche sadomaso, cinghie, corde, aggeggi dall’uso alternativo o qualche altro pruriginoso argomento.

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No, non mi pongo come esperto in queste cose e, anche se lo fossi, probabilmente non sarebbe di tuo interesse sapere quali siano le cose che so fare meglio, quelle più richieste del mio repertorio o quelle che a me più mi aggradano.

Quello di cui voglio parlarti è la pratica “masochista” che metti in atto quando scegli un assicuratore improvvisato o peggio ancora incapace, per gestire i rischi assicurativi della tua attività.

Di questa categoria fanno parte sicuramente tutti gli assicuratori “generalisti che pensi sappiano fare tutto” che propongono polizze che non conoscono davvero bene oppure le banche, le Poste e le piattaforme brokerizzate on line per l’acquisto delle polizze professionali.

Se ti scandalizzi a pensare a gente ammanettata alla testiera del letto o appesa al soffitto con le cinghie, mi chiedo quale costernazione dovresti provare quando decidi di metterti “alla totale mercé” di assicuratori di quel genere a cui probabilmente non dovresti affidare nemmeno la polizza del motorino.

Perché quando scegli un medico o un avvocato cerchi “il migliore” e quando cerchi un assicuratore ti affidi al primo che passa, all’amico di tuo cugino o a quello che “ti fa meno”?

Perché se hai un problema al ginocchio vai da un ortopedico e non dal cardiologo, se hai un problema legale con un l’erario vai da un avvocato tributarista e non da un penalista, mentre quando si tratta di assicurazioni per te un assicuratore vale l’altro, basta che si risparmi?

Pensi davvero che tutti sappiano fare tutto e che la differenza sia solo il prezzo? Nel tuo mestiere funziona così?

Probabilmente no. E se finora hai ragionato così lo so che non è colpa tua.

Il fatto è che questa mentalità ci è stata inculcata dalle lobby assicurative e bancarie. Fermati a riflettere: la polizza più conosciuta è quella RC Auto… ed oggi la puoi acquistare ovunque. La trovi in banca, in posta, dal concessionario, al supermercato e on line.

Come le polizze vita che oggi acquisti in banca, alle Poste e dai promotori finanziari. In banca ed in posta, addirittura, ti piazzano se vuoi pure le polizze casa, infortuni e malattie. E persino le polizze di RC Professionale! Ti sembra che le persone che fino a ieri erano allo sportello a fare cassa, oggi siano competenti su questo tipo di polizze?

E se ci fai caso l’unico argomento che hanno è il PREZZO. Parlano solo di sconto, di risparmio, di miglior tariffa: nessuno che parli di “contenuti e di garanzie nello specifico”.

Le lobby assicurative e bancarie non vogliono la tua protezione: vogliono i tuoi soldi in cambio di contratti che non prevedano MAI di doverteli ripagare. Ingrassano gli assicuratori improvvisati e generalisti perché servono a darti contratti assicurativi pessimi. Così non pagano i sinistri.

E questo accade anche nell’ambito della polizze delle attività imprenditoriali e professionali.

Per farlo usano la stessa arma, quella più semplice: abbindolarti con un prezzo basso. Infatti a scontare le polizze sono capaci tutti. Ma a “costruirle” no… bisogna essere dei professionisti.

Un medico prima di poterti curare al meglio passa dieci anni di vita a studiare e probabilmente altrettanti a fare pratica. Un avvocato impara a memoria caterve di libri e di norme e passa anni a fare “lo schiavo” presso uno studio legale, ben sapendo che tutto ciò che imparerà gli sarà indispensabile in futuro quando andrai a chiedere la sua consulenza.

E perché allora, quando tratti con un assicuratore argomenti molto complessi come la copertura della tua attività, sia essa un azienda o uno Studio professione, ti affidi al primo intermediario generalista anziché ad un esperto del settore?

Credi davvero che le complicate interazioni delle Responsabilità Civile Professionale siano concetti facilmente maneggiabili da chi a malapena conosce la differenza tra l’attestato di rischio ed il libretto del motorino? Forse assicurare una complessa attività produttiva è la stessa cosa che assicurare un appartamento in condominio?

No di certo.

L’ultimo libro di “Malpractice medica” che ho letto aveva 567 pagine. E trattava di argomenti giuridici molto particolari che hanno necessitato di tutta la mia conoscenza del diritto appresa all’università. L’ultimo volume sull’RC Prodotti ne aveva 459 e per capirlo ho dovuto attingere all’esperienza maturata sui rischi “Corporate” che non sono di certo il pane quotidiano di tutti gli assicuratori.

Purtroppo non esistono guide per “Assicurare i professionisti e le aziende for dummies”. Se ti trovi davanti un dilettante (o peggio un assicuratore in malafede), sei nei guai.

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Esistono purtroppo tanti clienti che si approcciano alle coperture assicurative della propria attività imprenditoriale e professionale con la stessa mentalità con la quale cercano l’assicurazione auto più conveniente sul Segugio.

E dall’altra parte ci sono frotte di assicuratori impreparati che ti vendono la polizza e basta, e che lucrano su questa mentalità inculcata al pubblico.

La maggior parte di loro si propone mettendo in primo piano il prezzo della polizza: “Quanto paghi ora? Ti faccio risparmiare”. Nessuno ti fa la domanda: “Come sei assicurato ora? Vediamo le garanzie e scopriamo se sei coperto bene in funzione del rischio della tua attività“.

Essi non valutano le “Cinquanta sfumature di rischio” che mettono in pericolo il tuo patrimonio e la tua vita. No, ti legano alla testiera del letto o ti appendono al soffitto con cinghie ben strette (magari con contratti poliennali e soluzioni sempre uguali) e abusano di te. E confidano sul fatto che ti piaccia pure.

Non sanno analizzare i vari casi in profondità, soprattutto quando sono molto complessi, perché costa fatica, impegno e una conoscenza che non trovi dietro l’angolo. Nella misura in cui, invece, prestano la loro opera intellettuale medici, avvocati, ingegneri o commercialisti quando hai bisogno di loro.

Allora, tu fai la cosa intelligente e non farti influenzare da chi vuole solo prendere i tuoi soldi e scappare. Impara a riconoscere un vero professionista delle assicurazioni specifico per la salvaguardia della tua attività imprenditoriale e professionale.

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E ricorda che “Io non vendo polizze, io assicuro forte!”.

Stay tuned.

Ilie Rizzato

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Ecco come fare per indicare il tuo sindaco quale beneficiario di una polizza vita

Scopri come e perché puoi decidere a chi destinare i tuoi soldi senza che qualche parente antipatico o qualche creditore ingordo te li faccia fuori tutti.

La cronaca, come spesso accade, ci dà lo spunto per parlare di strumenti assicurativi che interessano tutte quelle persone che hanno delle somme di denaro da parte e che cercano soprattutto di limitare i rischi finanziari.

Un argomento che riguarda certamente gli imprenditori, i professionisti ma anche altre categorie più in generale che potrebbero avere necessità di “proteggere” queste somme, sfruttando soprattutto i benefici di legge che le polizze possono offrire.

In particolare oggi parliamo delle polizze vita a premio unico, sempre cercando di non essere “troppo tecnici” e di andare alla sostanza delle cose. Tralascerò in questo caso tutti gli aspetti “fiscali” riguardanti la detraibilità/deducibilità dei premi e la tassazione dei rendimenti.

Ti parlerò invece, di dove puoi “mettere” questi soldi e cosa accadrà alla conclusione (o estinzione) del contratto.

Quindi se hai dei soldi da parte, sia sul conto corrente oppure sotto il materasso, l’utilizzo di una polizza vita potrebbe essere di tuo interesse per molti motivi.

Beh, in realtà se li hai sotto il materasso già potrebbe esserci un problema. I premi assicurativi nel ramo vita, infatti, devono assolutamente essere pagati attraverso strumenti tracciabili come assegni, bonifici o bollettini postali.

Non possono essere versati soldi in contanti per nessun motivo. L’intermediario che accetta “soldi in contanti”per il pagamento di polizze vita lo fa violando le normative (ed è un primo campanello di allarme di qualche truffa o raggiro).

Se hai soldi “neri”, mi spiace, ma non li “pulirai” con le polizze vita senza violare le norme antiriciclaggio.

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I premi unici possono essere destinati per una polizza di Ramo I oppure di Ramo III.

Le polizze di Ramo I (rivalutabili) fanno confluire i premi nelle Gestioni Separate, che sono enormi “contenitori” di titoli particolarmente sicuri (titoli di stato, obbligazioni, eccetera) separati patrimonialmente dalla Compagnia. Esse offrono una garanzia contrattuale sul capitale e molto spesso un rendimento minimo. Questo perché i titoli presenti all’interno della Gestione Separata sono contabilizzati al “costo storico”, cioè tenendo conto del loro valore al prezzo d’acquisto fino al momento della vendita o rimborso. Il rendimento della gestione separata dunque è dato dai rendimenti dei titoli in essa contenuti e dalla differenza tra il prezzo di acquisto e di vendita che può dare un plusvalore oppure una perdita. Fattore che permette alle Gestioni Separate di avere andamenti generalmente costanti e non influenzabili dai sali/scendi dei mercati finanziari. Sono in pratica uno dei pochi strumenti “prudenti” che oggi trovi sul mercato.

Non prevedono una scadenza ma possono imporre limitazioni (con penalità) per quanto riguarda i riscatti nei primi anni di vita della polizza. Questo perché il riscatto andrebbe a deteriorare l’equilibrio finanziario sul quale è basato il contratto avendo caricato sui primi anni la maggior parte dei costi (caricamenti, provvigioni, incidenza delle riserve matematiche).

Ovviamente vi sono costi più alti e rendimenti più bassi rispetto agli strumenti meno garantiti. In pratica una polizza di Ramo I assolverà bene il compito di “non farti perdere denaro” se il tuo orizzonte temporale è medio/lungo ma sicuramente non ti farà diventare ricco con i suoi rendimenti.

Le polizze di Ramo III invece possono essere Unit Linked oppure Index Linked a seconda del fatto che siano collegati ad un Fondo Interno della Compagnia (le Unit) oppure ad un particolare indice di riferimento (le Index).

Esse offrono una possibilità di rendimento decisamente più interessante, ma espongono l’assicurato ai rischi finanziari dei mercati. In pratica non è così remota la possibilità che vi possano essere delle perdite di capitale. Cosa che successe ad esempio dopo il crack Lehman Brothers.

Entrambe poi prevedono una scadenza ed ovviamente delle limitazioni al riscatto anticipato sempre attraverso penalità.

Sia le polizze di Ramo I sia quelle di Ramo III però offrono dei benefici di legge, chiamiamoli così, che possono risultare utili.

La designazione del capitale in caso di morte può essere assolutamente libera ed il capitale pagato non rientra nell’asse ereditario.

Cosa che rende questi strumenti assolutamente utili alle persone che stanno predisponendo la successione dei propri beni.

Grazie alla designazione scritta del beneficiario, in caso di morte dell’assicurato, la Compagnia si obbliga contrattualmente a pagare il capitale alla persona indicata ed esso non concorrerà a formare l’ammontare dei beni oggetto dell’eventuale successione (si veda l’art. 1920 c.c.).

Il beneficiario designato può essere chiunque e, tranne che in un caso, non è nemmeno necessario che si proceda ad una sua accettazione formale nel contratto né che ne sia a conoscenza.

Per questo non è raro che spesso, queste polizze, siano utilizzate per tutelare persone non strettamente legate con l’asse ereditario dell’assicurato (si pensi, ad esempio, ad una persona separata che voglia designare quale beneficiaria la propria convivente more uxorio).

Pertanto, se ti sei chiesto se è possibile essere indicati quali beneficiari di polizze vita senza saperlo la risposta è “si”.

In sostanza con la polizza vita puoi prendere una parte dei tuoi soldi, metterli nella polizza e decidere liberamente senza che nessuno possa metterci “bocca”, a chi quei soldi andranno in caso di morte. Con dei “distinguo” che vedremo tra poco.

L’unica persona che può cambiare il beneficiario è l’assicurato stesso in qualsiasi momento e quante volte lo desidera modificando il contratto, oppure con successiva comunicazione scritta oppure per via testamentaria riportando però i riferimenti della polizza.

Come dicevo, pero, ci sono dei “distinguo”: il regolamento IVASS n. 5/2014 ha introdotto nuove e più stringenti regole circa le procedure di verifica della clientela che gli assicuratori devono tenere.

Le norme sono rivolte a combattere con maggior forza il riciclaggio ed il finanziamento illecito al terrorismo ed impongono in capo agli intermediari precisi doveri di verifica sui clienti (e pure sui beneficiari) nel ramo vita.

L’identificazione dovrà avvenire con la presenza fisica del cliente, del beneficiario o dell’esecutore (per le persone giuridiche). Diversamente, saremo in presenza di un rapporto a distanza, per i quali sono previsti obblighi rafforzati di verifica.

Tali protocolli identificativi, che per brevità non vi sto a spiegare, sono maggiormente “severi” in caso di persone politicamente esposte (in quanto più sensibili – così dice il legislatore – al fenomeno della corruzione).

Inoltre nell’apposito questionario predisposto dall’intermediario dovranno essere indicati l’origine del denaro (ad esempio se provenienti da lavoro autonomo, dipendente o altro), le finalità della polizza e l’eventuale legame con il beneficiario.

Quindi se vuoi indicare quale beneficiario della tua polizza vita Totò Riina oppure il califfo dell’Isis non avrai modo di sottrarti alla segnalazione del tuo intermediario all’autorità competente.

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Stessa cosa se il beneficiario sarà il tuo sindaco (persona politicamente esposta). Tutte operazioni “consentite” ma che saranno comunque oggetto di controlli più approfonditi.

Il che significa, in soldoni, che è vero che sei libero di fare ciò che vuoi con i vostri soldi, ma solo fino ad un certo punto.

In un solo caso, poi, il “beneficiario” dovrà dare il suo esplicito consenso: solo quando il contraente/assicurato stabilisca un “beneficiario irrevocabile”. La legge, a tal proposito, stabilisce in quali casi il “beneficiario” perde i suoi diritti: ad esempio attendando alla vita dell’assicurato oppure ingiuriandolo.

“Quindi, se hai una persona da tutelare per la quale vuoi destinare oggi una parte del tuo patrimonio con la garanzia che esso non sarà mai aggredibile né dalle persone del tuo “asse ereditario”né da altre persone (ad esempio i creditori), allora la polizza vita è uno strumento molto utile”

A proposito di “creditori. Un’altra caratteristica importante è data dall’impignorabilità e l’insequestrabilità delle polizze vita.

Questa caratteristica definita dal codice civile è decisamente mutata negli ultimi anni. Infatti l’impignorabilità e l’insequestrabilità sono garantite solo se l’eventuale tentativo di “aggredirle” avviene in pendenza di una responsabilità civile (come ad esempio un fallimento).

Se, invece, l’aggressione patrimoniale avviene in relazione ad una responsabilità penale (come nel caso di evasione fiscale), allora esse possono essere oggetto di sequestro preventivo.

Come pure se l’assicurato, con la stipula dell’assicurazione, abbia voluto volontariamente danneggiare i creditori.

Inoltre, la Cassazione ha da anni imposto un’interpretazione restrittiva circa le “finalità” che la polizza deve avere affinché vengano mantenute le caratteristiche di impignorabilità ed insequestrabilità.

Esse, infatti, sono confermate se la polizza ha finalità “previdenziali” anche se la giurisprudenza, a dire il vero, continua a non essere ancora del tutto univoca in tal senso.

In conclusione, l’utilizzo dello strumento della polizza vita può avere diverse finalità anche lontane dal desiderio di avere “un rendimento finanziario”.

Spesso, anzi, vengono utilizzate come mezzo per sottrarre la disponibilità di una parte del proprio patrimonio dalla possibile aggressione dei terzi (siano essi eventuali creditori oppure persone che rientrano nell’asse ereditario).

Solo in parte, ed in determinate circostanze (come nel caso delle polizze di Ramo I), vi è la garanzia di salvaguardia del capitale e del rendimento. Ma solo nella migliore delle ipotesi i rendimenti raggiunti sono davvero consistenti.

Pertanto, finiti gli anni dei “rendimento boom” oggi le polizze vite possono essere utilizzate per sfruttare al meglio le possibilità che la legge offre, soprattutto con riferimento alla destinazione delle somme in caso di morte.

Stay tuned.

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Lo strano vizietto di Lapo ha contagiato anche te?

Quali sono i comportamenti che possono mettere a rischio la tua fortuna?

Se Lapo non fosse Lapo probabilmente saremmo indignati del suo comportamento.

Se il nostro vicino di casa tirasse di coca e frequentasse i trans avremmo qualche remora anche solo a salutarlo sul pianerottolo di casa.

Ma se a farlo è Lapo, allora le cose cambiano.

Lapo è Lapo amici: è un imprenditore originale e di successo, si veste con stile ed è ricco e famoso pur parlando un italiano tutto suo.

Lapo è Lapo: è geniale, è stravagante, probabilmente inconsapevolmente irriverente.

Lapo è Lapo: è soprattutto un’artista.

E ad un artista non chiedi di essere politically correct. Non gli chiedi toni pacati, comportamenti da chierichetto, equilibrio, capacità di amministrare il denaro.

Un artista non lo giudichi con il buon gusto o con la morale ma con l’emozione, con la parte irrazionale, perché deve essere sopra le righe (a volte anche le righe bianche).

Un artista deve essere eccessivo, esuberante, fuori dagli schemi e soprattutto DEVE PERMETTERSI QUELLO CHE NOI NON POSSIAMO PERMETTERCI.

Pensate ai grandi idoli del passato.

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Nel calcio c’era Maradona. Non gli è stato perdonato di tutto e di più? Eppure ne ha combinate a bizzeffe: ha fatto figli (legittimi ed illegittimi) ovunque, pippava coca senza regola, ha frodato il fisco per diversi miliardi di lire. Ma Maradona rimane un idolo: era solo un campione? No… era un artista della sua vita.

Elvis Presley: l’icona stessa del Rock’n Roll. Adorato, idolatrato, ma anche avversato dalla bigotta società americana dell’epoca. A Elvis dobbiamo tutto quello che di moderno la musica oggi ci offre.

Ma Elvis è stato anche un uomo complesso. Ha fatto abuso di stimolanti ed anfetamine che lo hanno portato al declino fisico dell’ultimo periodo. Visse momenti di depressione, vide un matrimonio naufragare. Passò una vita incredibile e morì alquanto giovane consumato dai suoi eccessi.

Tutto questo ha intaccato la sua unicità? No. Perché Elvis non era un semplice bravo cantante. Era un grande artista della sua vita.

Ok, Lapo non è Maradona e non è nemmeno Elvis. No, non lo è. Maradona ed Elvis sono partiti dal nulla ed hanno costruito il loro successo. Poi il loro stesso successo li ha consumati e si sono bruciati.

Lapo, invece, nel “successo” ci è nato. O meglio è nato in una famiglia dove era “obbligatorio il successo”. E non è facile portare un cognome pesante.

Si lo so cosa stai pensando: questa gente qui è ricca e privilegiata e ti fa rabbia vedere che butti la propria fortuna giù dal gabinetto.

Il fatto che Lapo non ne sappia nulla dei VERI problemi della vita che quotidianamente la gente normale affronta è un motivo sufficiente per non comprenderlo?

Il fatto che non sappia cosa significhi far quadrare i conti a fine mese, è un motivo sufficiente per non “perdonarlo”?

Però mettiti nei panni di Lapo. Immagina di dover per forza essere perfetto anche se non lo sei. Di non dover deludere nessuno anche se su di te ci sono mille aspettative. Di non poter sbagliare nulla perché la gente (tutta) è pronta a giudicarti.

Ecco perché dico che essere Lapo può essere un privilegio ma anche una condanna: e se ogni tanto al nostro Lapo scappa una strisciata bianca o alla “patata normale” preferisce la “patata americana con il butto” beh… io non lo giustifico.

Ci sono debolezze che possiamo anche “non approvare” ma, davvero, non me la sento di giudicare una persona la cui reale situazione non conosciamo fino in fondo. Non conosciamo la sua storia e nemmeno l’esatto ambiente in cui vive ogni giorno.

Ecco perché dico che possiamo dargli almeno la possibilità di soddisfare, a modo suo, gli appetiti più reconditi e pruriginosi che la natura umana sa creare magari stimolati (è il caso di dirlo) da un mondo Vip notevolmente lontano dal nostro vivere.

Ma veniamo a te. Anche tu sei come Lapo? No non mi fraintendere… non me ne frega nulla se tiri coca o vai a trans.

Sei libero di vivere la tua vita come credi.

Quello che voglio dire è: “anche tu, come Lapo, ti fai solleticare dagli istinti pruriginosi rischiando di buttare all’aria la tua fortuna “?

L’istinto pruriginoso, in questo caso, è farsi abbindolare dalle false promesse dell’affare del secolo quando si tratta della tua sicurezza.

Store Opening Italia Independent Milano

Quando qualche “assicuratore vecchia maniera”, magari in modo truffaldino, camuffa le carte e ti fa credere che oggi stai buttando via i soldi e che, grazie alla sua soluzione, farai il contratto della vita.

Ogni volta che pensi alla tua assicurazione, qualsiasi sia il contratto che devi fare o rinnovare, ci sarà sempre il furbacchione di turno che ti solleticherà proponendoti lo sconto mirabolante.

Ecco, ogni volta che ti capita, devi subito pensare che sotto c’è sicuramente la sorpresa. Proprio come il trans di Lapo…

E più è “complesso” il rischio della tua polizza più questa sorpresa sarà amara. Più sono importanti gli interessi che devi tutelare più la sorpresa sarà amara.

La tua attività, la tua reputazione, il tuo patrimonio e la serenità della tua famiglia sono minacciati continuamente dai famelici assicuratori che nascondono la sorpresa.

Si va dai rischi male identificati, a sottostime di fabbricati, a esclusioni di garanzia importanti e contratti poliennali capestro da cui è poi impossibile liberarsi. Oppure all’inadeguatezza delle proposte in relazione alla tua specifica situazione lavorativa, economica e patrimoniale.

Quante volte un assicuratore si è messo a tavolino con te e si è preso sul serio il tempo necessario per esaminare la tua personale situazione? Oppure il massimo del loro sforzo è stato: dammi la tua polizza che la copio e te la faccio pagare meno?

Ecco, vedi, ogni volta che ti lasci sedurre dall’opportunità dell’affare del secolo dei soliti “assicuratori vecchia maniera” devi sapere che, molto probabilmente, stai andando incontro a qualcosa di irreparabile per te e per le persone che fanno affidamento su di te.

E quello che rischierai, quindi, sarà ben più di uno sputtanamento a livello mondiale. E anche la tua fortuna, costruita in tanti anni di impegno e lavoro, andrà improvvisamente in fumo.

Ilie Rizzato

P.S.: se ti dovesse capitare di essere vittima di uno questi assicuratori “con sorpresa” quello che ti consiglio è di NON simulare un sequestro di persona… non è quello il modo per uscirne con dignità.

P.P.S.: potresti invece provare ad imparare a riconoscere per tempo le brutte sorprese iniziando da qui http://www.ilierizzatoinsurance.it/risorse-gratuite/

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Sei curioso di sapere il segreto che si cela dietro lo schianto del modulo spaziale su Marte?

Scopri cosa si può celare dietro un’operazione andata male e perché tu non puoi permetterti nessun errore

Sabato sera ho avuto modo di parlare direttamente con gli ingegneri che hanno lavorato sul Lander Schiapparelli.

Esattamente, non è uno scherzo. Sto parlando proprio del modulo che aveva la missione di atterrare sul suolo di Marte quale prima operazione tutta europea di conquista dello spazio.

Questa storia ha davvero dell’incredibile, perché non capita tutti i giorni di poter vivere “da dentro” uno degli eventi mondiali di massima risonanza che potrebbe cambiare i destini dell’umanità negli anni a venire.

Uno degli ingegneri che ha lavorato nel progetto è un mio amico. Si è laureato in ingegneria aerospaziale a Padova (“solo” con 110 e lode, tanto per farti capire) ed oggi lavora a Torino in una delle aziende partner dell’ESA.

Il suo compito è stato quello di ideare e realizzare un termometro per la misurazione della temperatura marziana. Cosa non semplice da fare in totale assenza di atmosfera (non è che si può usare un termometro al mercurio)…

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Un suo collega ed amico, invece, è colui che ha calcolato la traiettoria dell’atterraggio. Una lunga curva di ingresso verso Marte di un apparecchio di 600 kg, fatto partire da un’altezza di 400 chilometri, portato al limite dell’atmosfera marziana posta a 120 km dalla superficie, con l’obiettivo, una volta preso velocità, di far accendere in tempo i retrorazzi e aprire il paracadute per posarsi leggero come una piuma sul suolo extraterrestre.

Un calcolo da nulla insomma.

Ti dicevo: lo scorso week end ero a Torino a trovare il mio amico. E sabato sera si è unito a noi anche l’altro suo collega ingegnere.

Ci siamo trovati in Piazza Castello, e mentre sulla facciata di Palazzo Reale venivano proiettate delle slide che celebravano la straordinarietà della prima missione spaziale che prelude alla colonizzazione di Marte, io me ne stavo con i due ingegneri protagonisti di questo incredibile evento preoccupati di trovare un posto dove mangiare.

Per la serie: i bisogni primari prima di tutto.

Non ti nego che a tavola mi sono sentito come Bruce Willis in Armageddon prima di partire per far saltare in aria l’asteroide. Loro parlavano di traiettorie, antenne che dovevano catturare i segnali e rispedirli alla torre di controllo sulla Terra, satelliti ExoMars, moduli per la raccolta di pietre marziane, reperti, razzi, capsule.

Qualcosa di straordinario per me che ho visto tutti i film e telefilm di fantascienza che esistono, compresi “Spazio 1999” e “Battlestar Galactica” (se te li ricordi sappi che sei proprio vecchio).

Una delle poche cose che sono riuscito a capire, però, è che se i calcoli della traiettoria fossero stati sbagliati anche solo di mezzo secondo, questo si sarebbe tradotto, in termini di distanza su Marte, in ben 5 km di differenza.

Cioè ci pensi? Se sbagli i tempi di accensione dei razzi di solo mezzo secondo, a quella velocità (21.000 km orari) significa sbagliare la “misura” dell’atterraggio di 5 chilometri in altezza.

Sappiamo bene che i nostri eroici supercervelloni i calcoli li hanno fatti più che giusti. E che se il modulo Schiaparelli si è schiantato al suolo è perché i retrorazzi si sono spenti dopo soli tre secondi che erano stati attivati dal computer di bordo.

Una sorta di inconveniente tecnico più che giustificabile visto che i sistemi hanno viaggiato per 56 milioni di chilometri nella galassia.

Il mio buon amico mi ha confidato che la stessa NASA ha una percentuale di successo del 50% nelle proprie missioni spaziali. L’ESA è solo alla prima prova. E comunque qualche dato è stato catturato lo stesso durante questi pochi istanti di “vita marziana” del lander.

Una bella storia non credi? Io ne sono rimasto affascinato. Ma questa storia del “50% di probabilità di successo” mi ha fatto riflettere.

Esatto, ho pensato a tutti i rischi che la tua attività imprenditoriale o professionale ti mette davanti ogni giorno. E soprattutto a come, un assicuratore, riesce a fornire una soluzione adeguata a questi problemi, consentendoti di concentrarti su altre cose del tuo business.

Perché il mio mestiere, anche se non a questo livello ingegneristico, è fatto di calcoli complicati, valutazioni difficili e soluzioni importanti che però devono funzionare al 100%. Non al 50% e nemmeno al 99%.

Anche se, lo so, non è raro che, in genere, esse funzionino si è no a metà. Perché gli assicuratori spesso sono superficiali almeno quanto lo sono certi assicurati.

Ma dimmi: se tu avessi un assicuratore che “porta a termine la sua missione” nel 50% dei casi ti sentiresti sicuro? Evidentemente no, perché non vorresti mai trovarti dalla parte di quel 50% di volte in cui le tue assicurazioni ti portano a schiantarti al suolo.

Ecco, questo è quello che succede quando ti affidi ad operatori “improvvisati”. Oppure ad assicuratori che non hanno abbastanza conoscenza del tuo settore, delle tue problematiche. Oppure non sono professionisti specializzati nella soluzione di problematiche assicurative ma “addetti al bancone” con l’ordine di fare qualche “pezzo” (leggi contratto) in più, per completare il budget.

Questo è quello che succede quando ti affidi ad assicuratori “vecchio stampo” che non hanno tempo da perdere nel capire la tua situazione lavorativa, familiare e patrimoniale.

Le loro missioni si schiantano probabilmente nel 50% dei casi. Ma la perdita economica la subisci tu.

Ogni giorno tu affronti un viaggio interstellare: ogni volta che apri il portone della tua azienda, che alzi la saracinesca del negozio, ogni volta che prendi in mano un fascicolo di un tuo cliente dello studio.

La tua vita è costellata di imprevisti che possono verificarsi con una frequenza ben più alta della caduta di un asteroide sulla terra.

Accidenti se è più alta.

Se leggi un qualsiasi quotidiano troverai ogni giorno notizie di danni o furti subiti da attività economiche (fabbriche, negozi) o ad abitazioni. Troverai notizie di tragici lutti ed incidenti di persone che lasciano sui propri cari il peso economico delle disgrazie. Troverai casi di errori od imputazioni a carico di categorie professionali che dovranno difendersi dalle pretese di clienti sempre più rabbiosi.

Oggi esistono tanti fornitori di polizze e pochi assicuratori. I fornitori di polizze ti hanno fatto cadere in una trappola il cui conto da pagare è solo tuo. Ti hanno fatto pensare che per essere un assicuratore basta fornire un contratto assicurativo e basta.

Questi sono quelli che progettano le missioni spaziali con la probabilità di uno schianto pari o superiore al 50%. O forse peggio.

Sei abituato ai click ed alle app. Sei abituato a curarti informandoti su internet credendo per questo di essere diventato medico.

Stiamo vivendo l’epoca della digitalizzazione a tutti i costi. Ed è un bene: io adoro la digitalizzazione. Gestisco due blog sui temi assicurativi, profili facebook, posto video divulgativi on line da molto tempo. Questa è la digitalizzazione buona: quella che ti dà informazioni e cultura assicurativa spesso e volentieri gratuita e di qualità.

Quella cattiva, invece, è quella che ti fa credere che il servizio assicurativo buono sia quello a poco prezzo senza consulente. Acquisti la “polizza” che ti serve e non “il servizio” che ti serve. Come fanno i fornitori di polizza.

Quella che ti fa credere che un professionista del servizio assicurativo sia qualcosa di superfluo. Ti basta un click: sia che si tratti di una sciocca polizza auto sia che si tratti di una complicata RC Professionale.

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Quella che ti suggerisce: “Fai da solo: risparmia sulla professionalità e compra senza rompiscatole tra i piedi che vogliono solo fregarti” (e questo purtroppo a volte è vero, bisogna ammetterlo!).

Poco importa se un solo sinistro può rovinare la tua vita per sempre. Che un contratto assicurativo può essere molto complicato da interpretare. Che spesso nemmeno gli stessi assicurati non conoscono a pieno le problematiche legate alla propria professione (come i rischi legati a particolari settori professionali, oppure l’incidenza di un eventuale danno sul conto economico aziendale).

Quando tratto con i medici, credi davvero che tutti siano consapevoli di come funziona la loro responsabilità civile e penale? E come funziona la gran parte dei contratti assicurativi? Te lo dico io: no. Altrimenti non ci dormirebbero la notte.

Ma senza scomodare i medici ti faccio un esempio banale che fa persino ridere ma che riguarda tutte le famiglie dall’operaio al super manager alla Marchionne: se il tuo gatto attraversa la strada e fa cadere due persone in motorino ammazzandole dovrai risarcire agli eredi probabilmente almeno un milione di euro.

Bene, lo sai che se la tua polizza del capofamiglia ti copre solo fino ad Euro 250 mila o 500 mila il resto lo devi mettere con il tuo patrimonio personale? Magari rischiandoci la casa.

E stiamo parlando di una polizza da prima elementare a livello assicurativo. Non di malpractice medica. Non di rischi industriali. Non di Loss Profit o Product Liability.

Una semplice RC del capofamiglia che ormai te la vendono dappertutto.

E se penso che molte persone (soprattutto professionisti) si affidano a piattaforme di broker on line (o miste on line/off line) per assicurare la loro professione mi fa venire la pelle d’oca.

Cosa penserebbe il tuo cliente se tu commercialista, avvocato, architetto o (peggio) medico avessi stipulato la tua polizza assicurativa attraverso le solite pseudo convenzioni brokerizzate nel mercato internazionale da cui difficilmente caverai mai un ragno dal buco? Anche solo per farti assistere durante un processo penale/civile?

E se tu fossi il cliente, cosa penseresti del tuo professionista che si assicura in quel modo? O dell’azienda presso cui acquisti i prodotti che non ha adeguata copertura assicurativa?

Vedi, nello schianto del Lander Schiapparelli sono andate distrutte preziose strumentazioni. Nello schianto della tua vita contro un imprevisto andrebbe distrutto tutto ciò che hai costruito, con conseguenze economiche catastrofiche su tutto quanto ti sta intorno, famiglia compresa.

Il segreto che sta dietro la missione di Marte è che, finché non ci sono vite umane in ballo, esiste sempre una seconda chance. Una terza, una quarta chance. E così via.

Ma quando in gioco ci sono le vite delle persone (ed il loro patrimonio presente e futuro), allora una seconda chance non è concedibile.

Ed è a quel punto che vorresti che tutto ciò che hai di più caro non finisca in mano ad un assicuratore che ha una percentuale di schianto del 50%.

Quindi, se vuoi che il tuo modulo non si schianti su Marte e nemmeno contro qualsiasi altra cosa che può mettersi tra te e la tua serenità, allora ti consiglio di iniziare da qui:

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Stay tuned

Ilie Rizzato

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Anche tu sei tra coloro che criticano Gianni Morandi perché fa la spesa di domenica pomeriggio?

Un servizio sempre disponibile attirerà le critiche di qualcuno ma può essere utile nel momento del bisogno. Scopri perché.

L’altro giorno, saranno state le sette e mezza di sera, mi chiama un cliente.

So che tutti quelli che criticano Gianni Morandi che fa la spesa di domenica pomeriggio inorridiscono all’idea che io possa rispondere al telefono ai clienti alle 19.30 di sera.

Ma io sono fatto così… e se devo essere sincero una volta un cliente mi ha chiamato all’una e mezza di sabato notte… ed io gli ho pure risposto! Risolvendogli il problema.

Dicevo… il cliente mi chiama alle 19.30 perché era stato fermato al posto di blocco da una pattuglia dei carabinieri.

Gli agenti gli contestavano la mancata esibizione del certificato di assicurazione che non aveva portato con sé perché rimasto nel suo ufficio quando gliel’avevo consegnato.

Insulti per Gianni Morandi

Insulti per Gianni Morandi

La pattuglia, infatti, era priva del collegamento telematico con la banca dati Ania per la verifica della copertura assicurativa. In tal caso, quindi, l’unico strumento valido per attestare l’esistenza dell’assicurazione è avere con sé il certificato di assicurazione (che è la parte bianca attaccata solitamente alla carta verde). Il contrassegno, infatti, come sai non esiste più.

Il problema (grosso) era che senza quel documento il cliente rischiava il sequestro del veicolo. Oltre che le salatissime contravvenzioni.

Immaginati se accadesse a te… non te lo auguro.

Come si è risolta la cosa: che, ALLE OTTO DI SERA, gli ho spedito al volo via email un duplicato. Questo gli ha risparmiato il sequestro dell’auto (non l’ammenda per mancanza del documento originale). Ma almeno l’auto era salva.

Soddisfazione del cliente? 100% e birre offerte per un anno…

Mi chiedo: se questo cliente fosse stato assicurato con una Banca, con la Posta o con Teledrin pensi che avrebbe potuto avere lo stesso servizio? E se avesse trovato l’assicuratore che alle 18.30 spegne il telefono? Te lo dico io: avrebbe avuto l’auto sequestrata!

Altro caso: qualche mese fa una mia cliente subisce un incidente in auto. Per la gestione del sinistro si affida ad un avvocato. Dopo aver ben incasinato il sinistro, per l’incapacità del legale, la cliente riceve l’indennizzo dovuto. Ovviamente una parte (cospicua) è trattenuta dall’avvocato quale suo compenso.

Qualche mese dopo la cliente viene da me per il rinnovo della polizza e mi racconta la disavventura: io controllo il suo contratto e mi accorgo che avevamo inserito a suo tempo anche l’infortunio del conducente, cosa che era sfuggita totalmente all’avvocato (complimenti!).

Mi faccio portare tutte le carte delle visite mediche dalla signora, i certificati, le note spese e la perizia medica. Prendo il tutto e le invio al liquidatore: dopo una settimana richiamo la signora per dirle che avevo pronto per lei un ulteriore assegno. Non ti dico lo stupore e la contentezza della cliente.

La frase che mi ha più stupito e gratificato è stata: “sei il primo assicuratore che trovo che mi dà dei soldi anziché chiedermeli e basta“… che è un po’ una semplificazione perché in realtà quei soldi erano un suo diritto. E solo la superficialità di un altro glieli stava facendo perdere…

Ma le persone, quando si tratta di assicurazioni, si aspettano sempre il peggio. Fare le cose fatte bene, perciò, stupisce.

Ed in effetti una domanda me la sono fatta: tutti gli assicuratori si sarebbero comportati così? Perché se i clienti si stupiscono di queste cose che per me sono banali, allora significa che in giro ci sono assicuratori di cui bisogna davvero preoccuparsi.

Ma io non mi sorprendo più di tanto… perché chi lavora “alla vecchia maniera” fa così per abitudine…

Ultimo esempio: una ditta mia cliente non aveva copertura di RC verso terzi aziendale. Insisto e spiego al titolare tutti i motivi per cui è necessario farla. Il grave rischio che corre il suo patrimonio (anche personale essendo una snc) nel caso di richieste di risarcimento da parte di terzi (clienti, fornitori). La possibilità che un collaboratore s’infortuni e lui sia chiamato a restituire all’Inail le somme versate.

Insomma, i casi sono tanti e sono sempre dietro l’angolo. Lo so perché assicuro azienda fin dal primo giorno in cui ho cominciato a fare questo mestiere. E di disastri ne ho visti parecchi…

Alla fine, convinto, facciamo la polizza, rateizzando il premio mensilmente grazie alla promozione a tasso zero (così anche la questione del prezzo l’abbiamo superata).

Cosa successe secondo te a distanza di qualche mese? S’infortuna un dipendente… e dopo ulteriori parecchi mesi l’Inail gli chiede quasi 50.000 euro di rivalsa… 50.000 euro!!! Tanti? Pochi? Dipende dalla tasca… se fosse stata la tua, sarebbero stati tanti o pochi?

Fortunatamente la somma sarà interamente sostenuta dalla sua polizza (esatto, quella per cui io ho rotto le balle per mesi dicendogli che era meglio spendere i soldi in quella copertura piuttosto che inserire le spese di ricerca e riparazione dei tubi del capannone).

Oggi il titolare mi sta ancora ringraziando… ed io gli sto ancora dicendo “vedi che te l’avevo detto”…


LA MORALE COME NELLE FAVOLE

Anche se non sono favole ma storie vere, una morale c’è.

Quanto vale un professionista dell’assicurazione che sa spiegarti bene quali sono i rischi che corri e ti trova le soluzioni migliori?

A volte siamo tutti abituati a non dare importanza alla parte che “non tocchiamo” e che “non vediamo”.

Quando acquisti una polizza assicurativa non acquisti solo un pezzo di carta. Non acquisti solo quel contratto. Acquisti anche la professionalità di chi scegli sia il tuo consulente.

Se ragioni come coloro che vanno a provare le scarpe da Footlocker e poi escono dal negozio e le comprano su Amazon significa che non hai capito il valore di quello che stai comprando. Almeno nel campo assicurativo.

Secondo te ci saranno sorprese?

Secondo te ci saranno sorprese?

Le assicurazioni sono MOLTO DI PIU’ che uno strumento per trasferire i rischi all’assicuratore. Una polizza non è solo un contratto o un pezzo di carta odioso che ti fa spendere soldi che avresti meglio investito sciabolando Champagne al Millionaire di Briatore…

Se scegli l’assicuratore giusto SCEGLI UN SERVIZIO che minimo ti risolve dei problemi e nella migliore delle ipotesi ti SALVA LA VITA ED IL FUTURO TUO E DI CHI TI STA INTORNO.

La qualità del servizio è la discriminante tra un assicuratore “vecchio stampo”, cioè il venditore impreparato e maneggione ed un PROFESSIONISTA SERIO E SPECIALIZZATO. Ed allora essere disponibili 24 ore su 24, sapere dare una risposta (sensata) ad ogni domanda, riuscire a fare dei ragionamenti per priorità (e non per convenienza provvigionale dell’intermediario) diventa UN VALORE AGGIUNTO che nessuno può COPIARE.

Che valore ha tutto questo? E’ la domanda fondamentale che devi porti.

Te lo devi chiedere ogni volta che spassa la pubblicità del segugio in TV. Ogni volta che in banca o in posta lo sportellista (lo sportellista… caxxo… ti rendi conto… lo sportellista!!!!) ti vuole fare “IL PREVENTIVO”. Ogni volta che cerchi una RC professionale su internet e trovi pseudo-broker specializzati che vendo la mer*a incartata.

Te lo devi chiedere… ogni volta che un assicuratore ti fa una proposta (chi è? Cosa fa? Chi lo ha già provato e si è trovato bene?). O dai retta al primo che passa? A quello che ti propone GOOGLE in prima pagina oppure quello ti ha consigliato “TUO CUGGINO”?

E se sei un PROFESSIONISTA o UN’AZIENDA queste preoccupazioni le devi moltiplicare per mille. Perché stai parlando del cuore pulsante della tua esistenza.

Ecco, questo è quello che devi fare. Perché alla fine, se ragioni solo con l’obiettivo del prezzo più basso, avrai un servizio da prezzo ancora più basso. Avrai una ciofeca… che non paga i sinistri, che non ti supporta quando stai in mezzo alla strada, che ti fa comprare una cosa anziché un’altra perché a lui conviene quella.

Allora se sai dare valore alle cose importanti della tua vita (la professione, la famiglia, eccetera) devi pretendere dei sistemi di “sicurezza” più adeguati.

Se vuoi cominciare a capire cosa significa un SERVIZIO DI SICUREZZA diverso da quello degli assicuratori “VECCHIA MANIERA” allora inizia da qui:

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Ilie Rizzato

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RC professionale medica: quando in pericolo è il dottore e non il paziente

Il diabolico trabocchetto delle polizze di rc professionale medica “colpa grave” per i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale.

Se c’è un settore che assicurativamente parlando è una polveriera zeppa di problematiche gravi e non risolte è sicuramente quello sanitario. Le varie riforme, non ultima quella promossa dal Decreto Balduzzi, hanno cercato di mettere un po’ di ordine nell’intricato groviglio normativo che incrocia la responsabilità della Ente Ospedaliero e quella del medico.

Ma essendo noi in Italia, le cose semplici non riusciamo a farle. E comunque, se leggi questo articolo, probabilmente hai ben presente nell’ambiente ospedaliero quante e quali storie di medici citati in giudizio, richieste di risarcimento e noie processuali esistano.

Ergo, se sei preoccupato di quello che può succederti, fai bene.

In fondo, cercare di far cassa e tirare in ballo dal Direttore Generale al portantino che ha spinto la barella è prassi all’ordine del giorno in ospedale.

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E come in tutti i Far West, regna il caos più assoluto. Non di meno dal punto di vista assicurativo. L’Ente ospedaliero è diventato il selvaggio fronte West delle coperture professionali, dove la fanno da padrone ciarlatani imbonitori pronti a vederti il proprio intruglio fatto di urina e whisky come fosse l’elisir di lunga vita.

A cosa mi riferisco? Se sei un medico dipendente di struttura pubblica avrai sicuramente già dovuto affrontare il problema della responsabilità civile professionale e della relativa copertura assicurativa. La bacheca della sala mensa sarà piena di fogli e volantini che propone convenzioni assicurative con i più grossi intermediari assicurativi mondiali.

E anche se tu non sei una centrale termonucleare, è stuzzicante l’idea di sottoscrivere una copertura assicurativa vitale per la tua attività professionale al prezzo della polizza RCA dello scooter con il quale vai al lavoro. Sfruttare il mercato internazionale delle assicurazioni ci fa sentire sicuramente come una persona importante, dall’ineguagliabile fiuto per i grandi affari.

Tutto straordinariamente affascinante, dunque.  Se non che continuo a non riuscire a capire cosa spinga un professionista solitamente attento come un medico, a stipulare l’assicurazione più importante della propria attività compilando un modulino on line o cartaceo… spedirlo via fax a qualcuno che non si è nemmeno mai visto e pensare di aver fatto l’affare della vita.

[Se vuoi sapere cosa penso di questo tipo di soluzioni dal punto di vista “pratico”, leggi il mio articolo: “Anche tu commetti questi errori quando stipuli una polizza professionale?“]

Attenzione: non è sempre colpa tua. Anzi. E non è colpa tua se le ASL fanno sempre più fatica ad assicurarsi per la Responsabilità Civile. Se tanti intermediari si buttano a capofitto tra dottori e dottorini (nel senso di giovani dottori) per fare “pesca a strascico” di polizze RC Professionali di dubbia qualità.

E non è colpa tua se le tradizionali Compagnie assicurative SCAPPANO letteralmente dal rischio sanitario.

Ecco, se la tua attuale situazione è questa… o peggio, se l’unico scenario che ti si presenta davanti è questo… allora spalanca bene gli occhi e leggi quello che ti sto per dire.

C’è una cosa che devi aver ben chiara per se sei un medico dipendente della struttura pubblica.

Ti hanno sempre raccontato (perché è vero) che la responsabilità civile ti è imputabile solo per errori commessi con “colpa grave”, in quanto la “colpa lieve” viene coperta dall’Ente come stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale.

Né io né te abbiamo abbastanza tempo per approfondire meglio cosa si intende per “colpa grave”. Perciò diamo per scontato che sappiamo di cosa stiamo parlando.

E sulla base di questo “postulato” giustamente ti hanno sempre detto che ti devi assicurare per la Responsabilità Civile Professionale esclusivamente per gli errori commessi con colpa grave.

Allora prima di tutto vediamo meglio qual è il procedimento in caso di richiesta danni nei confronti di un medico dipendente di struttura pubblica. Cercherò di essere il “meno tecnico” possibile. Tieni presente che la materia è parecchio complicata ed io vorrei semplificare la spiegazione per non “buttare troppa carne al fuoco”.

Dunque, se ricevi una richiesta danni da un paziente (o dai suoi eredi)  non sarai tenuto a pagare. Il pagamento dei danni, al termine dell’eventuale iter processuale, sarà in capo all’Ente ospedaliero (che avrà – è auspicabile – una propria copertura assicurativa).

Se però, l’Ente fosse chiamato a pagare in virtù di un errore accertato da parte tua, può segnalare (ed in alcuni casi deve) alla Corte dei Conti Regionale l’avvenuto pagamento al terzo per fatto imputabile ad un tuo comportamento.

Qui si decide molto: la Corte dei Conti ti invita a dedurre. Raccolte le deduzioni può decidere di archiviare, e tutto va a tarallucci e vino. Oppure puoi essere avviato al procedimento davanti al magistrato.

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Nel secondo caso sarà il magistrato che dovrà valutare o meno se siamo in presenza di “colpa grave”. In caso di condanna, dovrai rispondere per il danno erariale cagionato. Significa che dovrai risarcire (o con il TUO patrimonio o attraverso la copertura di rc professionale) la Pubblica amministrazione per le somme da questa pagate. Solitamente si tratta o della parte di “franchigia” dell’assicurazione di RC dell’Ente (attenzione, queste franchigie arrivano anche al milione di euro),oppure per l’intero importo (in caso di inoperatività o mancanza della copertura stessa).

Una bella botta. Non c’è che dire… dopo un procedimento che tra processo penale e processo amministrativo, può durare anche un decennio.

Bene, ma a livello di assicurazione come siamo messi?

In questo caso il diavolo sta nei dettagli.

Perché la maggior parte di quelle belle proposte di cui è tappezzata la bacheca della mensa, oppure ciò che troverai in internet da “broker” specializzati, ha un difetto che potrebbe compromettere la tua vita per sempre. Peggio della peggior disgrazia.

Vediamo questo estratto di nota informativa di una polizza molto famosa.

Testo polizza

In questo “oggetto di assicurazione” di dice chiaramente che gli Assicuratori “si obbligano a tenere indenne l’Assicurato di ogni somma che questi sia tenuto a pagare all’Erario a seguito di sentenza definitiva pronunciata dalla Corte dei Conti con accertamento della colpa grave dell’Assicurato”.

Cosa significa: che la copertura vale per i danni erariali accertati dalla Corte dei Conti.

Andiamo avanti e leggiamo qui:

Testo polizza 2

Qui si specifica meglio che il sinistro sarà aperto quando “l’Assicurato abbia ricevuto in forma scritta l’invito a dedurre o la citazione in giudizio da parte della Corte dei Conti”.

A maggior chiarimento viene ribadito con forza: “l’eventuale inchiesta o procedura giudiziale (civile o penale) promosse contro l’Assicurato NON sono considerate Eventi Dannosi e l’Assicurato non ha l’obbligo di denunciarne l’esistenza agli Assicuratori”.

Ve la traduco io: il sinistro sarà aperto non quando ricevi la richiesta danni del paziente (o degli eredi) ma quando la Corte dei Conti, magari dopo dieci anni dal fatto, agirà nei tuoi confronti.

Cosa comporta questo? Prendiamo un esempio.

Mettiamo il caso che domani mattina un’operazione vada male ed un paziente muoia. Dopo qualche settimana contro l’Ente, e contro di te che sei il medico, sarà promossa un’azione di richiesta danni da parte degli eredi e, se ne ricorreranno i presupposti, si avvierà un procedimento penale (con costituzione delle parti civili).

Ovviamente tu la prima cosa che farai sarà comunicare al tuo assicuratore l’evento, per l’apertura del sinistro.

Peccato che, come hai letto più sopra, questa richiesta danni NON comporta l’apertura del sinistro. L’assicuratore ti dirà: “mi spiace dottore, ci risentiamo tra dieci anni, se ci sarà necessità pagheremo… dobbiamo aspettare che si muova la Corte dei Conti”.

DOMANDA: Come “ci sto” nel processo penale a mio carico se non ho il supporto dell’assicurazione?

RISPOSTA: Se non ci sono “conflitti di interesse” tra te e l’Ente Ospedaliero, sarà l’Ente a sobbarcarsi le spese legali anche per la tua difesa. Diversamente, nel processo, ci stai da solo con i soldi tuoi se vuoi…

Bene, qui si aprono due scenari:

IPOTESI 1 (la fantasiosa) – Alla fine del procedimento (tra dieci anni) hai ancora la stessa assicurazione, con lo stesso assicuratore, che nel frattempo ha tenuto in piedi la stessa polizza, con le stesse caratteristiche, e magari con la stessa convenzione e la stessa Compagnia. Dopo dieci anni e dopo la sentenza del Tribunale Penale l’Ente Ospedaliero ha dovuto pagare il danneggiato (o i suoi eredi) e segnala il tutto alla Corte dei Conti che ti chiede di dedurre. Perfetto: tu denunci il sinistro, la Compagnia lo apre e paga. E vissero tutti felici e contenti.

IPOTESI 2 (la realtà) – La convenzione assicurativa con la quale ti eri assicurato con la formula di cui sopra viene chiusa. Il Broker muore, la Compagnia vi manda disdetta oppure viene comprata da un’altra Compagnia che decide di non assicurare più i medici (come spesso accade di questi tempi). E quindi recede dal contratto in maniera unilaterale (può farlo ad ogni ricorrenza annuale).

A quel punto cosa fai? Cerchi un altro assicuratore.

PECCATO che tu, nel “Questionario precontrattuale” debba dichiarare (pena la perdita di ogni diritto) che esiste a tuo carico un procedimento penale che potrebbe portare, una volta concluso, al pagamento di parecchie migliaia di euro se la Corte dei Conti lo riterrà.

DOMANDA: Quanti assicuratori troverò disposti ad assicurarmi con la quasi certezza di dover pagare un sinistro da qualche centinaia di migliaia di euro?

RISPOSTA ovvia: nessuno!

Aggiungo: a pensar male si fa peccato… ma secondo te, una Compagnia Assicurativa che può esercitare il recesso del contratto ad ogni ricorrenza annuale, cosa pensi che farà nel momento in cui verrà a conoscenza che sei stato raggiunto da un procedimento penale che può comportare un risarcimento?

Ok… hai capito!

Sei fregato per la vita. Perché se verrai condannato e sarai senza assicurazione (perché nessuno ti vuole più) devi pagare con i tuoi soldi.

Ti è passata la voglia di mangiare vero? E ci credo.

Io credo che gli effetti di queste coperture “fuffa” le vedremo tra qualche anno.

MA ALLORA, TI CHIEDERAI, QUALE SOLUZIONE POSSO ADOTTARE?

Di certo non una soluzione da Euro 300 all’anno.

Mi spiace caro Doc, ma se costa così poco hai capito il perché. E non dirmi che non ci avevi pensato.

Purtroppo non c’è molta scelta: tutte le formulazioni che assicurano “LA COLPA GRAVE” sono identiche. E propongono questa “Spada di Damocle” che penderà sulla tua testa vita natural durante.

L’alternativa è avere una copertura di RC professionale, che consideri “sinistro” il momento in cui ricevi la “prima” richiesta danni. Quella del paziente o dei suoi eredi. E non, dopo dieci anni, l’azione promossa della Corte dei Conti. Ma non ne esistono.

Quello, infatti, è un “rischio pieno“. E, ripeto, non ha il costo “discount” a cui molti sono abituati.

Senza contare che trovare Compagnie che assicurino l’RC medica non è facile. Per questo, solitamente, la materia è trattata dai Broker. Ma alla maniera dei Broker… [Leggi qui cosa penso dei Broker].

Ad ogni modo non tutto è perduto. Perché nel mercato “tradizionale” qualcosa si può ancora trovare. O, perlomeno, puoi muoverti avendo chiaro qual è la reale prospettiva assicurativa.

Se hai veramente a cuore la tua attività e la salvaguardia del tuo patrimonio dai pericoli del tuo mestiere, quello che devi fare è affidarti ad una CONSULENZA PROFESSIONALE PERSONALIZZATA.

Niente modulini on line, o fax inviati chissà dove. La tua professione merita più attenzione.

Per questo ti invito a fare la cosa giusta. Clicca qui: —> RICHIEDI CONSULENZA PERSONALIZZATA.

Troverai una consulenza professionale dove ti verranno dette le cose come stanno. Dove ti saranno spiegati i benefici e le (tante) ombre di una soluzione piuttosto che un’altra.

Non solo ne guadagnai in denaro ma anche in salute e tranquillità.

Al posto del foglio in bacheca o al modulino on line scegli la soluzione “seria e professionale” che ti fa dormire sonni tranquilli qualsiasi imprevisto succeda nella tua attività di medico.

Se puoi, stai lontano dalla fuffa…

Clicca qui: —> RICHIEDI CONSULENZA PERSONALIZZATA.

Stay tuned.

Ilie Rizzato

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Anche tu commetti questi errori quando stipuli una polizza professionale?

Leggi qui prima di stipulare o rinnovare qualsiasi copertura di responsabilità civile.

Non c’è nulla di più difficile che trattare con i professionisti. Il perché è presto detto: come fai a fare consulenza a qualcuno che di mestiere fa consulenza?
In realtà io mi ci trovo benissimo.

Ma sapete, i professionisti sono gente tosta. A cui non puoi dire cosa è giusto e cosa no. E li capisco.

Anche loro, però, sono umani, almeno in parte. Ed hanno le debolezze degli uomini tra cui, spesso, quella di sottovalutare la copertura assicurativa.
Ed allora per dare un aiuto a tutti i professionisti ho pensato a questa guida per la scelta all’RC professionale.

Come cercare ragazze avvenenti su Facebook

La maggior parte delle ragazze su Facebook sembrano appena uscite da un book fotografico di GQ. Poi le incontri per strada e non le riconoscerebbe sordi avvocatonemmeno Interpool. Più finte dell’immagine sulla scatola dei Saccottini Mulino Bianco.
E’ il problema tra vedere una cosa on-line e vederla dal vivo.
Ma noi non ci facciamo più fregare… perché in fatto di donne la sappiamo lunga.
Poi però, alcuni pensano di affidare la polizza cruciale della propria attività ad un acquisto via internet o via modulo di adesione.
Sono attratti dal premio finale da pochi euro più di mia mamma quando vede in offerta una cassa di melanzane.
Nella migliore delle ipotesi leggono sommariamente le condizioni.
Purtroppo, non sono pochi i professionisti che pensano che il “costo” dell’assicurazione sia una odiosa tassa, un onere inutile da fare al prezzo più basso tanto per stare in regola con la normativa. Perché tanto in quarant’anni non è mai successo niente. Almeno finché il postino non bussa alla porta con una raccomandata.
E di questi tempi la cosa è molto più frequente che in passato.
Ecco: se sei tra coloro che ragionano come ho appena scritto allora il mio consiglio è quello di risparmiare anche quelle 300 euro e di non acquistare nulla. Tieniti in tasca anche quei pochi euro. Usali in altro modo, fidati.
Purtroppo le polizze di RC professionali costano. Spesso non poco. Ma è la polizza fondamentale della tua attività e per tale motivo non può costare meno dell’RC dello scooter con il quale vai in studio.

Louis Viutton, Prada o Gucci?

Se d’estate cammini lungo la spiaggia di Sottomarina (per chi come me non va SOLO a Portofino), prima della diga troverai una lunga schiera di borse-ambulanti-in-spiaggia-intoccasioni d’acquisto a prezzi davvero favorevoli. Abili commercianti dalla parlata esotica e dal sorriso bianchissimo ti proporranno quanto di meglio lo stile italiano dell’alta moda può offrire. Tutto ad un prezzo rigorosamente scontato, ovviamente trattabile.
Immagino che nessuno sano di mente possa pensare che questi venditori ambulati (di sogni a basso costo) abbiano qualcosa di originale da offrire. Fosse anche la stuoia su cui sono esposti i pezzi.
Alla stessa maniera, e questo vale in generale, quando interagisci con un assicuratore, assicurati (appunto) di chi hai davanti: controlla sul sito www.ivass.it il registro degli intermediari e verifica se chi ti sta formulando la proposta sia o meno iscritto nel Registro e, soprattutto, se lo è per la Compagnia per cui ti offre il contratto.
Qualora non lo fosse astieniti dal contrarre la polizza e rivolgiti altrove. Questo per tutta una serie di complicazioni legali e di copertura assicurativa dell’intermediario stesso.

Dentro la polizza: il regime Claims Made

Le polizza di RC professionali operano in regime di Claims Made. Il sinistro, infatti, è aperto nel momento della prima richiesta di risarcimento da parte del terzo nei confronti dell’assicurato. Per richieste in serie relative allo stesso fatto assicurativo, si tiene conto dalla prima.
Attenzione: richiesta di risarcimento (la famigerata Raccomandata) e danno, devono verificarsi nel periodo di validità della polizza. Quindi, di base, se un avvenimento è successo prima della stipula del contratto (o del primo contratto con la medesima Compagnia in caso di sostituzioni) il danno non sarà considerato in copertura.
Per ovviare a questo meccanismo le polizze di RC professionale in regime di Claims Made possono concedere una garanzia detta “pregressa”, con la quale vengono tenuti in copertura anche i fatti avvenuti in un periodo determinato occorsi anteriormente alla stipula del contratto (o del primo contratto).
Questa estensione è di fondamentale importanza e deve essere più “lunga” possibile, affinché il professionista sia coperto e tranquillo. Soprattutto allorché si decida di cambiare Assicuratore.
Diversamente, finirebbe “nella trappola” del meccanismo delle polizze in Claims Made, creando una scopertura temporale per tutti quei fatti assicurativi accaduti prima dell’inizio del nuovo contratto.
Pertanto, va posta una grande attenzione sulla presenza o meno di questa estensione ed ovviamente anche circa la sua concreta operatività.

L’importante è la punta

Greys-Anatomy-Patrick-DempseyNon equivochiamo… sto parlando del rischio. Qualsiasi polizza di RC professionale deve essere in grado di coprire le “punte di rischio” e non il sinistro medio.
Un sinistro ipotetico che supera il tuo massimale di polizza ti porterà, in caso di soccombenza in giudizio, a rimetterci di tasca tua la differenza. Capisci bene che massimali ridicoli (come Euro 250.000 o Euro 500.000) non è detto siano sufficienti a garantire richieste di risarcimento elevate. Pensa a cosa accadrebbe alla tua vita se per risparmiare cento euro di polizza ti toccasse sborsare un pezzo da 100.000…
Inoltre, spesso, nelle RC professionali si tende a pensare solo a fattispecie di danno di tipo patrimoniale. Dimenticando, invece, che possono succedere anche danni corporali. Soprattutto quando abbiamo dei collaboratori che possono subire infortuni (gravi, gravissimi o tragici) durante lo svolgimento delle loro mansioni oppure se agiamo da “responsabili della sicurezza”.
E questi tipi di danni producono, senza dubbio, richieste di risarcimento davvero elevate. Meglio tutelarsi in tal senso.

Convenzione o prodotto normale? E soprattutto, quale scegliere?

Una risposta esatta non c’è. Ma ci sono dei parametri. Devo ammettere che, solitamente, le soluzioni “in convenzione” sono spesso migliori dei prodotti “standard”. Questo perché le Compagnie hanno cercato di renderle particolarmente appetibili coordinandosi con l’Ordine professionale di riferimento.
La risposta alla domanda “chi scegliere” va ben ponderata. Il consiglio generale è di prediligere Compagnie di grandi dimensioni che, anche proponendo la polizza in convenzione, indirizzino l’assicurato presso le Agenzie e non che prevedano la sottoscrizione di un modulo da inviare chissà dove. Questo perché, in caso di sinistro, la trattazione è meglio che avvenga “sul territorio” e non con l’unico ufficio di rappresentanza imbucato in qualche palazzone di Roma o Milano.
Spiegata meglio per chi non vuole capire: l’ufficio sinistri meglio sia nel tuo territorio. E solo Compagnie Italiane ben strutturate e dimensionate hanno questa caratteristica.

Patti chiari, amicizia lunga

Se pensi che una volta fatta la polizza sei a posto su tutto, beh ti sbagli. Sei e posto su molte cose ma le polizze di RC professionale non sono delle All Risks. Vi sono dei rischi coperti ben precisi e delle esclusioni grandi come una casa. Prenderne visione prima eviterà un sacco di problemi. A te e all’assicuratore.
Inoltre, ricordati che il “Questionario” è sempre obbligatorio e va compilato con una mano sul Vangelo ed una che tiene la penna. Mi raccomando, siete professionisti, sapete meglio di me cosa sono le dichiarazioni mendaci e reticenti e cosa esse comportino.

Embè?

Embè cosa? Questa doveva essere una piccola guida ed è diventata un articolo che ci perdi venti minuti a leggerlo. Se sei arrivato fino in fondo significa che qualcosa ti frega. E questo è importante.
Ricorda, come ti avevo detto, non esiste una formula magica o una “polizza magica” che risolve tutte le esigenze. Soprattutto al prezzo basso che hai in testa. Le Compagnie non sono delle Onlus ed in ogni caso tu non sei uno che ha bisogno di aiuto.
Ad ogni buon conto già seguendo questi piccoli consigli sono certo che non cadrai nelle trappole più pericolose delle polizze di RC professionale.
Forse non ti basterà. Ed allora è meglio che cerchi qualcuno che possa aiutarti più approfonditamente prima che il postino suoni alla tua porta una o due volte.

Ilie Rizzato

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